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Coronavirus, Conte: "Un ospedale non ha rispettato i protocolli"

coronavirus conte valuta la chiusura totale in lombardia

Non è chiaro come il focolaio di coronavirus si sia sviluppato in tempi così rapidi in Italia, ma il premier Conte ha una sua ipotesi a riguardo.

Il focolaio di coronavirus potrebbe essere nato nella provincia di Lodi, ma anche a Vo’ Eurganeo: ancora incerta, infatti, l’identità del paziente zero. Una prima ipotesi diffusa dal Corriere rivelava che il primo diffusore del Covid-19 fosse un agricoltore padovano, ma l’ipotesi è stata poi smentita. Si torna dunque alla ricerca di colui dal quale è scoppiato il focolaio: Giuseppe Conte, però, ha una sua ipotesi a tale riguardo. “Non siamo ancora all’individuazione del paziente zero – ha dichiarato il premier –. Stiamo individuando una mappa che riguarda una tracciatura anche genica, ma non siamo ancora nelle condizioni di dire da dove sia venuto”.

Coronavirus, Conte: come è nato il focolaio

In Italia al momento sono oltre 220 i contagi per coronavirus, mentre il focolaio è diviso in due città: il premier Conte ha una sua ipotesi sullo scoppio dell’epidemia. Il focolaio, ha detto il premier alla Rai potrebbe essere scoppiato a causa di “un ospedale che non ha osservato determinati protocolli, favorendo la nascita di uno dei due focolai. Comunque – ha aggiunto il premier – al momento abbiamo due precisi focolai, che cerchiamo di contenere con misure draconiane”. In particolare, 50 mila persone sono state isolate in via precauzionale per limitare il rischio di contagio.

Al termine di una riunione con i vertici della Protezione Civile il premier ha ribadito: “Non prendiamo nulla sotto gamba altrimenti non avremmo adottato misure di estremo rigore. Non possiamo prevedere l’andamento del virus: c’è stato un focolaio e di lì si è diffusa anche per una gestione di una struttura ospedaliera non del tutto propria secondo i protocolli prudenti che si raccomandano in questi casi”. Tutto ciò “ha contribuito alla diffusione” dell’epidemia. “Noi proseguiamo con massima cautela e rigore”, ha concluso il presidente del Consiglio. Tuttavia, rassicurando gli italiani il premier ha poi ribadito: “Quel che è certo è che il governo sta seguendo le raccomandazioni degli esperti e loro ci dicono che un impatto positivo le misure dovrebbero averlo”.

Lo scontro con i governatori

Dopo aver alimentato il dibattito e lo scontro con i governatori delle Regioni del Nord, nella serata di lunedì il premier ha diffuso una nota. Innanzitutto il premier aveva ipotizzato di “contrarre le prerogative dei governatori” nel caso in cui i sistemi non fossero riusciti a contenere l’epidemia. In seguito, però, ha rilasciato una nota per calmare la situazione di protesta. Il primo a scontrarsi con il premier è stato Attilio Fontana, il governatore della Lombardia: quella di Conte è “un’idea irricevibile e per certi versi offensiva” che rivendica quanto fatto dalle regioni. “Qualche risposta è mancata dal governo”, attacca anche il ligure Giovanni Toti.

Conte, in serata, ha diffuso una nota nella quale si ritiene “pienamente soddisfatto del livello di collaborazione sin qui tatuato coi presidenti delle Regioni interessate nella gestione dell’emergenza sanitaria. Il coordinamento tra i vari livelli istituzionali funziona molto bene – continua la nota – ed è fondamentale per riuscire a contenere nel migliore dei modi quest’emergenza. Così è stato a oggi e così dovrà essere anche in futuro con tutte le regioni, con le quali bisogna essere pronti a creare iniziative ancor più coordinate laddove necessario”.