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Caso Feltri in Senato: cosa rischia chi propaganda idee razziste?

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Il caso Feltri approda in Senato e mostra alcune gravi conseguenze penali: con il suo attacco ai meridionali cosa rischia il direttore di Libero?

Vittorio Feltri, dopo il suo attacco contro i meridionali, cerca di mettere una pezza all’errore – che non è passato inosservato nemmeno all’OdG – commesso durante la trasmissione Fuori dal Coro. Il direttore di Libero si è corretto – inutilmente – spiegando che la sua dichiarazione (“i meridionali in molti casi sono inferiori“) non aveva accezione antropologica, bensì economica. Il caso Feltri, però, è approdato in Senato e il direttore ora rischia grosso. Oltre al giudizio disciplinare chiesto dal presidente dell’OdG della Campania, infatti, ci sarebbero anche conseguenze penali per coloro che propagandano idee razziste.

Caso Feltri, cosa rischia il direttore?

Il caso Vittorio Feltri contro i meridionali – che non si esplica soltanto nella sua ultima dichiarazione, ma ha anche casi precedenti – approda in Senato: cosa rischia il direttore? A porre la questione in Parlamento è stata Sabrina Ricciardi, che ha dichiarato di aver scritto un’interrogazione parlamentare a riguardo. Il codice penale – ha anche aggiunto – prevede che coloro che diffondono “idee fondate sulla superiorità o sull’odio razziale” vengano puniti con l’arresto o una multa salata.

L’interrogazione parlamentare

Come cittadina del Mezzogiorno – recita una parte dell’interrogazione di Ricciardi -, prima ancora che come membro della “Commissione straordinaria per il contrasto dei fenomeni di intolleranza e razzismo, antisemitismo e istigazione allodio e alla violenza”, ho sentito il dovere di attivarmi immediatamente scrivendo un’interrogazione rivolta al Ministro dello Sviluppo Economico“.

“Ho così chiesto al Ministro di sapere se ritenga che le parole pronunziate da Vittorio Feltri possano fomentare stereotipi negativi contro i cittadini meridionali e, in caso affermativo, quali azioni si intenda perseguire avverso il dottor Feltri”. “Analogamente – prosegue -, ho inteso sollecitare il Ministro anche in merito all’eventuale responsabilità oggettiva di Rete 4 e del conduttore Mario Giordano, che non è intervenuto stigmatizzando l’accaduto”.

“Ritengo l’accaduto gravemente lesivo della dignità dei meridionali, soprattutto considerando che la trasmissione è stata vista da milioni di cittadini. Né bastano le scuse di chi s’è macchiato di un gesto così grave. È arrivato il momento che finalmente qualcuno risponda in ogni sede delle proprie responsabilità“.

“Infine – conclude -, questa interrogazione vuole essere anche un monito per il futuro: queste circostanze vergognose non dovranno mai più verificarsi. Per rispetto dei cittadini, del Paese, di noi istituzioni e della categoria dei giornalisti!”.