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Fontana: "In Val Seriana chiesi la zona rossa, ma il governo disse no"

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Attilio Fontana scarica sul governo la responsabilità della mancata creazione delle zone rosse Val Seriana.

Il governatore della Lombardia, Attilio Fontana, è tornato a parlare della mancata creazione di una zona rossa in Val Seriana, nello specifico ad Alzano Lombardo e Nembro, dove si erano creati dei pericolosi focolai di coronavirus. “Abbiamo chiesto al Governo di istituire una zona rossa sia ad Alzano Lombardo che a Nembro così come avevamo fatto per Codogno, ma il via libera è arrivato solo per quest’ultima”, così Fontana in un’intervista rilascia al quotidiano Libero. “C’erano già i militari per chiuderla, ma il governo ha atteso il 7 e poi non lo ha fatto. Io non comando le forze armate e da solo non potevo andare avanti”.

Zona rossa, Fontana scarica la responsabilità

Uno scarico di responsabilità sull’esecutivo di non poco conto da parte del governatore, che non crede che la sua amministrazione abbia compiuto degli errori gravi nella gestione dell’emergenza, ma anzi, le critiche ricevute sarebbero solo figlie di un gioco politico messo in atto dalle altre forze di opposizione per far perdere credibilità al centrodestra e alla Lega. “La maggioranza a Roma è in difficoltà e per screditare una Regione che è il fiore all’occhiello dell’amministrazione del centrodestra – ha affermato Fontana – Si scatena una campagna politica e mediatica contro la Lombardia quando sei più ricco e funzioni, crei invidia. Meglio così però piuttosto che arrancare”. Alla base delle critiche dunque solo malafede e invidia: “La Lombardia è grande, noi abbiamo avuto due focolai, ma metà della Regione, penso alle province di Varese, Como, Lecco, Sondrio, ha avuto meno contagi in percentuale di alcune zone del Veneto, delle Marche, del Piemonte e dell’Emilia-Romagna. Non è questione di modello, ma di focolai”.

L’attacco diretto al governo Conte

Nella sua intervista a Libero, il governatore della Lombardia ha avuto poi modo di affondare la lama sul non facile rapporto in corso tra governo centrale e autonomie locali, in forte conflitto praticamente dall’inizio dell’emergenza. Le Regioni vogliono più potere, come dimostrato anche dalla presa di posizione della governatrice della Calabria Jole Santelli e Fontana non ha paura ad affermarlo: “Perfino Renzi ha detto che la Santelli ha fatto bene. La governatrice ha dovuto farlo per non dare spazio alla malavita organizzata, ma non illudiamoci che questo sia un problema solo del Sud. Il governo non ha mandato soldi, impedisce di riaprire e presto chiederà le tasse. Anche a Milano ci sono molti che potrebbero decidere di svendere la propria attività alla malavita piuttosto che fallire. Dobbiamo alzare le antenne tutti insieme per contrastare questo rischio”.

La proposta dei governatori del centrodestra era “l’unica proposta seria”, ovvero con “regole rigidissime di sicurezza e libertà di aprire per chiunque le rispetti. Il codice Ateco sulle attività economiche essenziali non è logico. Per un barbiere o un ristoratore la sua attività è essenziale”.