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Jobs Act: calcolo dell'indennità di licenziamento è incostituzionale

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Il calcolo dell'indennità di licenziamento previsto dal Jobs Act è incostituzionale per la Consulta.

Nuova bocciatura per il Job Act, il piano per il lavoro fortemente voluto e portato avanti da Matteo Renzi ai tempi in cui era il Presidente del Consiglio. Ieri, 24 giugno, la Corte costituzionale ha esaminato le questioni di costituzionalità sollevate dai Tribunali di Bari e di Roma con riguardo ai criteri di determinazione dell’indennità da corrispondere nel caso di licenziamento viziato solo dal punto di vista formale e procedurale (articolo 4 del d.lgs. n. 23 del 2015 che ha istituito il contratto di lavoro subordinato a tutele crescenti). I giudici hanno stabilito che tale indennità non può essere ancorata solo all’anzianità di servizio. Presto verrà depositata la sentenza, ma nel frattempo la Consulta fa sapere l’inciso “l’importo pari a una mensilità dell’ultima retribuzione di riferimento per il calcolo del trattamento di fine rapporto per ogni anno di servizio” è incostituzionale, in quanto fissa un criterio rigido e automatico, legato – come detto – al solo elemento dell’anzianità di servizio. Le motivazioni della sentenza saranno depositate nelle prossime settimane.

Jobs Act, bocciata l’indennità di licenziamento

Già alla fine del 2018 la Consulta aveva esaminato e bocciato il provvedimento. In quel caso oggetto d’analisi era stato l’articolo 3, comma 1, del decreto legislativo 23 del 2015, cioè quello che riguarda i casi di licenziamento privo di giusta causa o di giustificato motivo, e che prevede al primo comma un risarcimento calcolato in base all’anzianità di servizio: per ogni anno di lavoro nell’impresa, l’indennizzo in caso di licenziamento ingiustificato aumenta di due mensilità, da un minimo di quattro fino a un massimo di ventiquattro. Anche tale norma era stata definita incostituzionale in quanto in contrasto con gli articoli 3, 4, 35, 76 e 117 della Costituzione, oltre all’articolo 24 della Carta sociale europea.

Contro il Jobs Act si era schierata anche la Cgil che criticava la totale mancanza nel provvedimento di un’adeguata tutela per i lavoratori contro il licenziamento ingiustificato. Le protesta del sindacato erano state accolte lo scorso febbraio dal Comitato europeo dei diritti sociali che si era espresso contro il Jobs Act in quanto l’articolo 24 della Carta sociale europea recita: “Tutti i lavoratori hanno diritto ad una tutela in caso di licenziamento”.