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Convenzione di Faro, cos'è e quali sono le critiche del centrodestra

Lega protesta contro Convenzione di Faro

Via libera definitivo della Camera alla Convenzione di Faro. Lega e Fratelli d'Italia protestano contro la sua ratifica.

È stato approvato dalla Camera dei Deputati il ddl di ratifica della Convenzione di Faro. Soddisfatta la maggioranza, mentre la Lega e Fratelli d’Italia insorgono contro quella che reputano norma che censura il nostro patrimonio artistico.

Cos’è la Convenzione di Faro

Dopo l’approvazione da parte della Camera – 237 voti favorevoli, 119 contrari e 57 astenuti – del ddl di ratifica della Convenzione di Faro, piovono le reazioni politiche nelle quali si è contraddistinta soprattutto la Lega (che i recenti sondaggi confermano essere il primo partito in Italia) che ha esposto manifesti raffiguranti celebri capolavori del nostro patrimonio artistico con la scritta “#nulladanascondere No alla Convenzione di Faro”

Per capire il motivo di questa protesta occorre prima riassumere per somme linee di cosa tratta il provvedimento. Si tratta di una convenzione nata il 27 ottobre 2005 nella città portoghese di Faro e approvata dagli Stati membri del Consiglio d’Europa. Sottoscritta dall’Italia nel 2013, è stata ratificata al Senato il 10 ottobre 2019 prima della ratifica di ieri alla Camera dei Deputati.

Con questa convenzione nasce non solo l’idea di un patrimonio culturale europeo comune ma anche una nuova prospettiva. Semplificando i tanti articoli che compongono il testo, si stabilisce il diritto delle persone di partecipare alla vita culturale nei limiti dei diritti delle libertà altrui, come stabilito dalla Dichiarazione dei diritti umani. Previste poi una serie di misure di attuazione da parte degli stati firmatari per promuovere questi principi che vedono nella partecipazione e tutela del patrimonio culturale un passo fondamentale del processo democratico e della qualità della vita di tutti i cittadini.

Tuttavia, le reazioni all’approvazione da parte della Camera sono state completamente diverse da parte degli esponenti delle diverse forze politiche.

Le opinioni favorevoli

Molto soddisfatti gli esponenti del governo a partire dal Ministro dei Beni culturali Dario Franceschini che afferma come si tratti di “un momento fondamentale che riconosce finalmente il patrimonio culturale come fattore cruciale per la crescita sostenibile, lo sviluppo umano e introduce il diritto al patrimonio culturale”.

Hanno accolto la ratifica con favore anche diversi “addetti ai lavori” del mondo culturale come Valentino Nizzo – Direttore del Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia – e Tiziana Maffei, direttore della Reggia di Caserta.

Le critiche

Contrari invece il critico d’arte Vittorio Sgarbi, secondo il quale non si possono porre limiti alla creatività e svariati esponenti di Fratelli d’Italia e della Lega.

La principale accusa mossa alla Convenzione riguarda un passaggio dell’articolo 4 che sancisce la responsabilità per tutti gli Stati firmatari di rispettare il patrimonio culturale degli altri tanto quanto il proprio, e di conseguenza il patrimonio comune dell’Europa. Il centrodestra teme che questo si traduca in un lasciapassare a possibili ingerenze o limitazioni da parte degli altri Stati nei confronti del nostro immenso patrimonio artistico.

“Dietro l’apparenza delle buone intenzioni si darà di fatto la possibilità di censurare la nosta arte se altre comunità o singoli si sentiranno offesi come ad esempio la comunità islamica” ha commentato la responsabile Cultura della Lega, Lucia Borgonzoni.

Secondo Giorgia Meloni (che negli stessi giorni si è espressa anche contro l’utero in affitto) “siamo alla più clamorosa resa culturale della nostra civiltà. Fratelli d’Italia non si arrenderà alla sottomissione della sinistra e del governo al politicamente corretto”.