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Dpcm, rilievi Regione: "Potevano non chiudere ristoranti e palestre"

Gallera

Regione Lombardia, per Gallera le palestre potevano rimanere aperte. L'assessore Rizzoli sul Dpcm: "Contrari a chiusura ristoranti"

Sul nuovo Dpcm firmato da Giuseppe Conte, i commenti spesso sono critici. C’è chi, come l’assessore al Welfare Gallera, ritiene che le attività da chiudere non siano state selezionate correttamente. Come le palestre, che per l’assessore sarebbero potute rimanere aperte.

Gallera: “Palestre potevano restare aperte”

“Io penso che le palestre e le piscine potevano non essere chiuse. Per una palestra ti dovevi prenotare, il numero di persone era limitato, gli attrezzi erano sanificati” così l’assessore al Welfare di Regione Lombardia Giulio Gallera ha commentato la decisione presa da Giuseppe Conte nel nuovo Dpcm. Ospite a Mattino Cinque, l’assessore della Regione Lombardia ha commentato: “Bisogna essere selettivi. Siamo in una situazione complicata, il Governo ha fatto scelte non facili, le attività però forse potevano essere selezionate meglio. Adesso ci sono due, tre settimane davanti e poi vedremo”.

Assessore Rizzoli: “Contrari a chiusura ristoranti”

Secondo Melania Rizzoli, assessore regionale all’Istruzione e al Lavoro, anche i ristoranti avrebbero potuto rimanere aperti. “Eravamo contrari alla chiusura dei ristoranti. I ristoratori in questi mesi hanno investito in sistemi di sicurezza” ha spiegato l’assessore a SkyTg24. “Il Governo non ci ha ascoltati, è una decisione nazionale che rispettiamo, però il mondo della ristorazione è in grande affanno. Il premier ha promesso degli incentivi immediati, speriamo arrivino e che queste restrizioni si esauriscano in breve tempo. Io sono anche assessore al Lavoro: abbiamo il terrore di una sospensione delle attività produttive, con gravi danni economici per la loro tenuta”. L’assessore Rizzoli ha poi commentato il tema della didattica a distanza. “La scorsa settimana abbiamo fatto un’ordinanza con la richiesta della Dad al 100% per tutte le classi superiori e gli istituti professionali. Non perché siamo contro la didattica in presenza, anzi, ma per l’allarme dell’aumento dei contagi nella nostra Regione -continua l’assessore-. In Lombardia abbiamo quasi 11 milioni di abitanti e il comparto degli studenti che ogni giorno andava a scuola arrivava a 460mila ragazzi che tutte le mattine prendevano i mezzi pubblici per recarsi a scuola. Siccome il contagio si puo’ diffondere maggiormente sui mezzi pubblici, avevamo preso questa decisione per decongestionare il traffico urbano e interrompere una parte della catena dei contagi”.