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Crisi di Governo, Pd-M5S rilanciano: meglio dimissioni e poi il ter

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Il "rafforzamento della squadra" promesso dal premier Conte si fa arduo. Difficile trovare senatori pronti a costruire un gruppo. Pd-M5S rilanciano.

Dopo aver incassato la fiducia alla Camera con 321 voti a favore, il premier Conte ha ottenuto la maggioranza relativa al Senato, con 156 voti a favore e 140 voti contrari. 16 i senatori astenuti. Sembra farsi difficile il compito di ricomporre la maggioranza sostituendo Italia viva, il partito di Renzi: a differenza di quanto supposto dal premier e da Dario Franceschini, non sono usciti allo scoperto in “maniera trasparente” un gruppo di volenterosi. Solo tre senatori hanno in parte evitato la caduta del Governo già nella serata di martedì 19 gennaio, quando si è votata la fiducia al Senato. Difficile anche garantire quel “rafforzamento della squadra di Governo” promesso dal premier Giuseppe Conte, che all’indomani del voto, mercoledì 20 gennaio, informerà Sergio Mattarella sull’evoluzione della crisi di Governo: intanto Pd-M5S rilanciano. I due partiti, uniti per sostenere il Governo Conte bis, propongono dimissioni e poi il ter. Il Quirinale guarda con preoccupazione alla crisi e ribadisce l’esigenza di una soluzione rapida per il bene del Paese. Nel frattempo, i cittadini aspettano risposte e aiuti per affrontare l’emergenza sanitaria e le sue drammatiche conseguenze. Prosegue anche il pressing delle opposizioni, le quali fanno appello all’intervento di Mattarella.

Crisi di Governo, lo scenario

Il “ter” pare non sia nelle intenzioni del premier Conte. Il semplice rimpasto non sarebbe sufficiente a cambiare la squadra di Governo. Il Pd, inoltre, non potrebbe mettere un piede a palazzo Chigi con Andrea Orlando. Aspiranti e attese analoghe ci sono anche tra gli esponenti del M5S, dove aumentano i contrari alla nascita di un ipotetico partito di Conte.

Tuttavia, cambiare totalmente la squadra significa obbligare Conte a un nuovo passaggio in Parlamento. In tal caso, trattandosi di un nuovo Governo, la soglia sarà quella di 161. Il premier spera ancora nel rafforzamento della squadra, limitandosi a conferire il ministero dell’Agricoltura, quello della Famiglia e la poltrona di sottosegretario agli Esteri ai nuovi arrivati.

Potrebbe aggiungersi anche un’altra poltrona, se si procederà allo sdoppiamento del ministero di Infrastrutture e Trasporti. Ma più la maggioranza è “raccogliticcia”, più rischiano di crescere richieste e aspirazioni. .