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Governo Draghi, Mattarella sarebbe irritato per i veti dei partiti

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Matterella è irritato per i veti dei partiti posti al governo Draghi, ora serve un esecutivo "di alto profilo".

“Un governo di alto profilo, che non debba identificarsi con alcuna formula politica”, erano state queste le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella al termine del mandato esplorativo – fallito – al Presidente della Camera Roberta Fico e la successiva assegnazione dell’incarico di formare un governo a Mario Draghi. Un gesto netto di un Capo della Stato, per sua natura non interventista, ma che vista la delicata situazione ha deciso di porre rimedio in maniera drastica. Le sue parole, però, non sarebbero state ben recepite dai leader dei partiti politici visto che tutti, a turno, hanno messo veti e paletti per il loro ingresso nella maggioranza facendo irritare molto Mattarella.

Mattarella irritato per i veti partiti

A descrivere questo stato di irritazione al Quirinale è il Corriere della Sera che sottolinea come il Presidente della Repubblica sarebbe rimasto sorpreso dalle forze politiche e dal loro continuo voler rimarcare le proprie posizioni e far valere in sede di consultazione alcune loro vecchie ruggini. La Lega non vorrebbe il M5s che a sua volta non gradirebbe in alcuni casi la presenza di Draghi stesso e in altri quella di Berlusconi o di Renzi. C’è poi il Pd che mai vorrebbe finire a governare con la Lega, tant’è che si era parlato nei giorni scorsi di un appoggio esterno al governo, ipotesi poi smentita da Zingaretti stesso. Anche LeU ha posto dei veti affermando di non essere interessato ad un esecutivo che includa i sovranisti. Fuori dai giochi rimane Fratelli d’Italia, l’unico certo, al momento, di rimanere all’opposizione.

Sarebbe proprio questo dibattito politico, a volte sterile, ad infastidire Mattarella che invece si aspettava che dopo due governi fatti saltare nella stessa legislatura i leader politici avessero la decenza di fare un passo indietro. Così non è stato, almeno non del tutto. La palla è ora in mano a Mario Draghi, sarà lui a dover fare la squadra e a disegnare la maggioranza parlamentare sperando che questa permetta al Capo dello Stato di non dover gestire un’altra crisi entro la fine del suo mandato tra un anno.