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Cosa abbiamo fatto di male per meritarci Lucia Borgonzoni sottosegretaria alla Cultura?

lucia borgonzoni e gli altri il governo dei peggiori

Mentre il mondo della cultura è fermo da un anno senza nessuna reale prospettiva, il "governo dei migliori" raccatta soggetti che erano stati già scartati.

Eccolo qui il “governo dei migliori” che si svela passo dopo passo, ecco qui il materiale umano, culturale e politico che compone la sostanza di questa maggioranza talmente ampia da raccattare soggetti che erano stati già scartati dalle loro sconfitte, dalle loro figuracce e dalle gravi incompetenze che già sono state raccontate a lungo.

Sia chiaro: ognuno fa la guerra con i soldati che ha a disposizione e il presidente Draghi non sfugge a questa regola ferrea nonostante qualcuno lo abbia dipinto come un taumaturgo che magicamente avrebbe risolto anche il problema della poca qualità della classe politica ma la scelta di accogliere in maggioranza partiti che già hanno mostrato le proprie miserie riabilita inevitabilmente mediocri personaggi che ritrovano spazio sulla ribalta.

Così ci ritroviamo, estratti dal cesto della Lega, un sottosegretario all’Istruzione come Rossano Sasso che organizzava flash mob contro un immigrato definito “bastardo irregolare” che invece era innocente e una sottosegretaria alla Difesa come Stefania Pucciarelli che apprezzava su Facebook post in cui si invocavano i forni per gli stranieri e che ha sempre sventolato il suo razzismo.

Ma il capolavoro della mediocrità è ovviamente Lucia Borgonzoni che finisce sottosegretaria alla Cultura come fu già per il primo governo Conte. Parliamo di un’esponente politica che già in occasione della sua prima nomina ebbe l’ardire di dire “leggo poco, studio sempre cose per lavoro. L’ultima cosa che ho riletto per svago ‘Il Castello di Kafka’, tre anni fa. Ora che mi dedicherò alla cultura magari andrò più al cinema e a teatro”, smuovendo già allora lo sdegno di chi invece con la Cultura ci vive e si aspetterebbe una classe dirigente all’altezza. Del resto non è un’eresia che la cultura per il partito di Salvini sia un oggetto misterioso che vale solo per l’ampiezza delle poltrone che si possono occupare, non avendo mai avuto un solo slancio sull’argomento che non fosse la prossima sagra del tortellino o la strumentalizzazione di qualche presepe.

Ma Lucia Borgonzoni è anche la candidata presidente in Emilia Romagna che non conosceva i confini della regione che avrebbe voluto governare (parlò del Trentino come regione attigua, per dire) e che durante la campagna elettorale ebbe la brillante idea di tenere gli ospedali “aperti di notte, di sabato e di domenica, come in Veneto per “difendere i più deboli” senza sapere che accade già così in tutta Italia. Fu la campagna elettorale della vergognosa strumentalizzazione dei fatti di Bibbiano e Borgonzoni si rivela talmente inadatta al ruolo di candidata che lo stesso Salvini dovette praticamente sostituirla in quasi tutti gli eventi pubblici.

Perse, ovviamente, ma ora si ritrova un bel ruolo di rilievo nel governo nazionale nonostante avesse promesso agli emiliani romagnoli di restare in Regione anche in caso di sconfitta per “difendere i miei elettori”. Promessa ovviamente non mantenuta ma la memoria, si sa, è breve quando interessa le cose politiche.

Eppure proprio da Draghi che sulle competenze si è sempre battuto si poteva aspettare almeno un cambio di passo dopo i mediocri sottosegretari alla Cultura che abbiamo visto in questi anni: siamo passati dal grillino Gianluca Vacca che voleva bloccare gli esperimenti nei laboratori del Gran Sasso perché “potenzialmente ad altissimo rischio” per la popolazione e che aggredì in aula violentemente Ilaria Capua e che in aula aveva “rettificato la rettifica” citando Aristotele precisando che non si trattava del giocatore del film di Lino Banfi; abbiamo avuto Dorina Bianchi che da sottosegretaria all Cultura che preferì il Vinitaly (dove era presente anche l’azienda di famiglia) mentre avrebbe dovuto rappresentare l’Italia del turismo in occasione del T20 (l’annuale meeting dei 20 Paesi più industrializzati ed aderenti al G20 svoltosi lo scorso 17 aprile). Solo per citarne alcuni.

Del resto il mondo della cultura e dello spettacolo è solamente “fermo” da un anno senza nessuna reale prospettiva dall’inizio della pandemia. Siamo proprio nel momento giusto per poterci permettere una sottosegretaria come Borgonzoni, no?