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Ponte Morandi, il comitato dei parenti delle vittime escluso dal processo

Ponte Morandi

Per il magistrato il comitato dei parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi non può essere ammesso come parte civile al processo.

Per il magistrato il comitato dei parenti delle vittime del crollo del Ponte Morandi non può essere ammesso come parte civile al processo

Ponte Morandi, il comitato dei parenti delle vittime escluso dal processo

Il comitato Ricordo vittime Ponte Morandi, dei parenti delle vittime, è stato escluso dal processo. Secondo il magistrato il gruppo che riunisce la maggior parte dei familiari delle vittime del crollo del ponte a Genova non può essere considerato parte civile per “carenza di legittimazione visto che è stato costituito dopo i fatti”. La decisione della giudice Paola Faggioni, chiamata a pronunciarsi sull’ammissione di oltre 500 parti civili. 

Ponte Morandi, il comitato non potrà essere ammesso come parte civile

Secondo il magistrato, il comitato, che riunisce gran parte dei familiari delle vittime del crollo, non può essere ammesso come parte civile per “carenza di legittimazione visto che è stato costituito dopo i fatti“. Il gup sta escludendo molte associazioni che hanno chiesto di costituirsi parte civile. Una decisione del tutto inaspettata. “Ovviamente siamo molto dispiaciuti per questa decisione, speravamo nell’accettazione anche alla luce delle precedenti sentenze. Questo non rallenta di una virgola la nostra azione collegiale. Agiremo nell’interesse comune anche come singoli parenti” ha dichiarato Egle Possetti, presidente del comitato.

Ponte Morandi: “Pensiamo questa norma debba essere modificata”

Secondo Egle Possetti le norme dovrebbero essere cambiate. “Pensiamo che questa norma di legge nel caso della costituzione di comitati dei parenti costituiti ovviamente ‘post’ debba essere modificata perché non ha alcuna logica. È impossibile che uno si costituisca come comitato prima del reato. L’ultima cosa che pensiamo è sciogliere il comitato. Le parti singole che saranno nel processo lavoreranno per tutti, perché lo spirito è sempre stato quello. Anche la nostra famiglia che ha un perito sta lavorando per tutti perché il lavoro che facciamo va a beneficio di tutti” ha dichiarato. Il comitato continua la sua battaglia per una legge che tuteli le vittime. “Abbiamo un incontro il due dicembre in Prefettura per sollecitare il nostro disegno di legge che giace addormentato in Parlamento” ha concluso.