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Processo Corona, in Tribunale c'è Carlos "Giusto averlo qui"

Processo Corona 1

A Milano il 21 settembre si attende la sentenza del processo d'appello ai danni di Fabrizio Corona, che rischia 2 anni e 9 mesi di carcere.

Continua il processo d’appello ai danni di Fabrizio Corona dopo la sospensione annunciata prima dell’estate. Il 5 giugno infatti, il processo si era chiuso con la richiesta dell’accusa di condanna a “due anni e nove mesi per tutti i reati“. La reazione del re dei paparazzi aveva confermato la sua indole impulsiva e spregiudicata: “chiedere 2 anni e 9 mesi ora è vergognoso, non ha capito un c***o“, aveva detto riferendosi al sostituto procuratore generale Maria Pia Gualtieri. Il 21 settembre il processo è ripreso, Fabrizio Corona si è presentato in aula in compagnia del figlio sedicenne Carlos, sfoggiando il suo nuovo tatuaggio “Viva la libertà“. Alle possibili critiche riguardo la presenza del figlio minorenne risponde duramente: “Non è un ragazzo che si fa strumentalizzare“; “il padre sta affrontando una fase importante della sua vita, è giusto che lui che vive col padre vada ad ascoltare cosa succede al padre“.

“Se gli avvocati parleranno bene starò zitto”

Ad accogliere Fabrizio Corona al suo arrivo al Palazzo di Giustizia di Milano un nugolo di giornalisti, in attesa come lui di conoscere l’esito della sentenza. Il processo del 5 giungo non si era chiuso nel migliore dei modi per Corona. La sua reazione impulsiva non era stata gradita dal sostituto procuratore generale, che lo aveva rimproverato: “Corona non butti al vento il suo percorso di recupero con queste dichiarazioni“.

Il 21 settembre, giorno in cui si attende la sentenza conclusiva del processo d’appello, Fabrizio Corona si dice più tranquillo e intenzionato a lasciar mediare i propri avvocati durante il dibattito in aula. Riguardo all’esito del processo si sbilancia ottimisticamente: “Sensazioni positive, spero vada bene. Credo nella giustizia, oggi sono fiducioso“.

L’accusa ha richiesto per lui la condanna a tutti i reati, anche per quelli per i quali al processo di primo grado era stato assolto. Corona rischia quindi due anni e nove mesi per intestazione fittizia di beni e illecito tributario; la Procura di Milano ha invece richiesto l’archiviazione del accusa di appropriazione indebita. Nell’ascoltare le arringhe dei diversi avvocati, fabrizio Corona cercherà di non intervenire: “Se le cose saranno dette nel modo giusto dagli avvocati e mi rendo conto che hanno detto quello che avrei voluto dire anch’io starò zitto“. Poi precisa: “Se poi c’è qualcosa che non va spero che Dio mi dia la forza nel dire le cose nel modo giusto“, per evitare che “quel demone” che vive in lui prenda il sopravvento e faccia “casini immani“.