> > Pugile morto dopo aver tirato pugni a vuoto, l’avversario: “Mi ucciderò”

Pugile morto dopo aver tirato pugni a vuoto, l’avversario: “Mi ucciderò”

Siphesihle Mntungwa alle spalle di Butelezi che fronteggia il corner

Dopo la tragedia sul ring in Sudafrica parla l'avversario del pugile morto dopo aver tirato pugni a vuoto vittima di danni cerebrali fatali: “Mi ucciderò”

Siphesihle Mntungwa, l’avversario del pugile sudafricano morto dopo aver tirato pugni a vuoto è fuori di sé dal dolore e per un malcelato senso di colpa: “Mi ucciderò”. Il peso leggero che aveva affrontato il povero Simiso Buthelezi è rimasto fortemente scosso da quanto accaduto sul ring a Durban. La vicenda è ormai tragicamente nota: Buthelezi stava boxando con Mntungwa in un combattimento valido per il titolo africano dei pesi leggeri ma  dopo aver spinto fuori dalle corde Mntungwa nel corso del decimo e ultimo round ed in pieno vantaggio aveva improvvisamente perso lucidità ed aveva iniziato a boxare contro un avversario immaginario dando le spalle a quello reale

Parla l’avversario del pugile morto tirando a vuoto

I danni cerebrali a Buthelezi erano sfociati nella sua morte e Mntungwa, complici anche alcune colpevolizzazioni del tutto fuori luogo, è distrutto. Additato come un assassino il pugile ha detto a Sowetan Live: “Sono stato oggetto di pesanti critiche e ho ricevuto insulti sui social quando Simiso è stato ricoverato in ospedale. Le cose sono ulteriormente peggiorate ora che è morto”. E ancora: “Non ce la faccio più, mi è rimasta una sola cosa: mi ucciderò. Anche i miei vicini hanno pubblicato messaggi molto brutti su di me sui social. Non sono più al sicuro. Non ho ucciso Simiso. Potremmo essere stati coinvolti in un incontro di boxe, ma non era una questione di vita o di morte”. 

“Non sono un assassino, volevo solo vincere”

E in chiosa: “Tutto quello che volevo era vincere il titolo, che forse avrebbe contribuito a cambiare la mia vita e quella della mia famiglia. Sono l’unico a lavorare a casa, dove sto con il mio fratellino, mia zia e i suoi figli. Mia madre è morta quando avevo quattro anni, mio padre è ancora vivo ma non stiamo con lui. Quindi, vincere il titolo mi avrebbe aiutato finanziariamente, ma la gente mi ha bollato come un assassino, ma avrei potuto essere io a morire“.