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Rapinato da finti carabinieri: la testimonianza della vittima

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Rapinato da finti carabinieri, il racconto della vittima: "Mi hanno rubato i risparmi di una vita"

Il racconto straziante dell’imprenditore di Albano, rapinato da un gruppo di falsi carabinieri: “Mi hanno massacrato di botte e rubato i risparmi di una vita”.

Albano, imprenditore rapinato da falsi carabinieri

Un imprenditore di cinquantatre anni di Albano e titolare di un’officina è stato rapinato da parte di un finto gruppo di carabinieri. In un’intervista rilasciata al Messaggero, l’uomo ha voluto raccontare la vicenda per filo e per segno:

Mi hanno rubato i risparmi di una vita tutti i soldi che io tenevo dentro la cassaforte, mi hanno massacrato di botte, sono anche svenuto. Avevano le pettorine antiproiettile dei carabinieri e, appena uscito dalla farmacia, intorno alle 18.30, me li sono trovati davanti, in un primo momento non ho capito nulla, ma poi, in un attimo, mi hanno messo le manette, mi hanno spinto dentro l’auto (una Pegeout 309 bianca n.d.r), sul sedile posteriore, e con una mano mi premevano forte sugli occhi per non farmi vedere nulla, poi si sono messi dei passamontagna neri sulla testa e hanno incappucciato anche me. Mi hanno messo una pistola in bocca per tezzorizzarmi e mi hanno massacrato di botte“.

Come continua a raccontare l’imprenditore, l’unico scopo dei rapinatori era la cassaforte di casa sua: “Miravano ai soldi della cassaforte, sono stato costretto ad aprirla e ho dato tutto quello che avevo tutto…Il sudore del mio lavoro, tutti i miei risparmi, ma non avevo altra scelta temevo per me e soprattutto per la vita della mia compagna e del ragazzino, a loro per fortuna non hanno fatto nulla, hanno tolto solo i cellulari che avevano in mano. Prima di scappare hanno preso i router dell’antifurto installate all’esterno

La testimonianza dei figli

Sempre alle pagine del Messaggero si aggiungono le testimonianze dei figli dell’imprenditore 53enne.

Il figlio 30enne dichiara di aver trovato il padre disteso sul divano a casa, ancora incappucciato: “A chiamare i carabinieri è stata la vicina di casa attirata dalle urla della compagna di mio padre così, in pochissimi minuti, sono arrivati i carabinieri”.

La figlia 26enne aggiunge che poco prima del sequestro davanti alla farmacia, aveva visto passare una macchina bianca davanti all’officina, ma senza insospettirsi.