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De Angelis rivendica l’innocenza di Fioravanti e Mambro, le reazioni politiche al post sulla strage di Bologna e il silenzio di Meloni

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Quali sono state le reazioni politiche al post di Marcello De Angelis in cui rivendica l’innocenza di Fioravanti e Mambro nella strage di Bologna?

Dalle dimissioni chieste dal Partito Democratico al silenzio del premier Giorgia Meloni, si moltiplicano le dure reazioni politiche al post Facebook condiviso da Marcello De Angelis, responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, sulla strage di Bologna.

Reazioni politiche al post di De Angelis sulla strage di Bologna: Pd, M5S e Azione

A seguito delle polemiche scaturite dal post Facebook sulla strage di Bologna, l’evento che si sarebbe dovuto tenere domenica 6 agosto a Montauro, in provincia di Catanzaro, al quale avrebbe dovuto partecipare Marcello De Angelis, è stato annullato.

A livello istituzionale, intanto, le critiche rivolte al politico non fanno che moltiplicarsi. Se la segretaria del Pd Elly Schlein ha chiesto le dimissioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, il leader di Azione Carlo Calenda ha twittato: “Caro De Angelis, per fortuna lei vive in un paese democratico che ha sconfitto i fascisti (come lei). Dunque nessuno la manderà al rogo. Semplicemente continueremo a combattere le sue idee in nome della democrazia e della costituzione repubblicana che i suoi amici volevano sovvertire. Il martirio le è precluso, le dimissioni no. Spero che Rocca si dia una mossa in questo senso”.

“Le parole di Marcello De Angelis sono inaccettabili”, si legge invece in una nota del Gruppo Movimento 5 Stelle alla Regione Lazio. “Negare la matrice neofascista della strage di Bologna e una verità giudiziaria che diverse sentenze hanno appurato è già di per sé grave, diventa gravissimo quando a scrivere tali affermazioni è il portavoce del presidente della Regione Lazio, Francesco Rocca. Se De Angelis è a conoscenza di elementi in grado di riscrivere la storia che ha visto condannato suo cognato Luigi Ciavardini, insieme a Mambro, Fioravanti e Cavallini, per l’ignobile atto terroristico, vada a riferire ai magistrati, in caso contrario taccia quantomeno per dovere istituzionale. Nel frattempo, ci aspettiamo che il Presidente Rocca prenda le distanze e rimuova De Angelis dal suo incarico”.

La dura condanna dell’Anpi

Durissima anche la reazione dell’Anpi per la quale “le dichiarazioni sulla strage di Bologna di De Angelis confermano che bene avevamo fatto nel chiedere la revoca della nomina a chi è incompatibile con i valori della Repubblica democratica e antifascista della Costituzione. Dichiarare l’innocenza dei fascisti riconosciuti autori del massacro della stazione di Bologna non è solo disconoscere la verità accertata in modo definitivo dalla magistratura, ma è una vergognosa e proterva menzogna che offende le vittime e la stessa istituzione rappresentata dal suo autore”. Il presidente del Comitato provinciale Anpi di Roma e membro della segretaria nazionale dell’Anpi, Fabrizio De Sanctis, poi, ha aggiunto: “De Angelis o si dimetta o si revochi immediatamente la sua nomina”.

Il sostegno di Alemanno e il silenzio di Meloni

A sostenere le dichiarazioni del responsabile della comunicazione istituzionale della Regione Lazio, poi, c’è Gianni Alemanno. “Il coraggio di Marcello De Angelis sulla strage di Bologna”, ha scritto Alematto condividendo il post del politico in cui rivendica l’innocenza di Valerio Fioravanti e Francesca Mambro sul suo account Facebook.

Nella bufera che si è scatenata a seguito delle polemiche, tuttavia, stride l’assordante silenzio del presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Il premier, che già in occasione del 43esimo anniversario della strage di Bologna avvenuta il 2 agosto 1980, aveva scelto di non menzionare la matrice neofascista della tragedia, parlando genericamente di terrorismo.