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Ruby bis, chiesta conferma condanna per Minetti e Fede

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Emilio Fede avrebbe fatto prostituire le ragazze per mantenere la direzione del Tg4, mentre Nicole Minetti gestiva gli appartamenti di via Olgettina

Nuovi sviluppi nel Ruby bis. Il pg di Milano Daniela Meliota ha chiesto la conferma della condanna nei confronti di Emilio Fede e Nicole Minetti. I due erano stati rispettivamente condannati a 4 anni e 10 mesi e a 3 anni di reclusione nel novembre del 2014. Secondo Daniela Meliota, Emilio Fede faceva prostituire le ragazze giunte ad Arcore per mantenere la direzione del Tg4, e i conseguenti guadagni e l’autorevolezza che ne derivavano. Invece, Nicole Minetti aveva un ruolo essenziale nella gestione degli appartamenti di via Olgetta.

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Il pg di Milano Daniela Meliota ha chiesto la conferma delle condanne che erano state rivolte nel novembre 2014 a Nicole Minetti e ad Emilio Fede. Nell’occhio del ciclone di questo procedimento vi è l’accusa di favoreggiamento della prostituzione per le serate nella villa di Silvio Berlusconi ad Arcore. La Cassazione aveva deciso di rinviare a un nuovo appello per colmare alcune lacune motivazionali della sentenza emessa in secondo grado.
Secondo il pg di Milano Daniela Meliota, le ragazze venivano portate ad Arcore, e avevano il compito di far stare tranquillo Silvio Berlusconi, e di metterlo di buon umore.

Emilio Fede aveva il ben preciso scopo di farle prostituire per mantenere la sua posizione di direttore del tg4, e l’autorevolezza e i guadagni che ne conseguivano.
Daniela Meliota ha affermato: “Il favoreggiamento a carico di Fede, che non aveva alcun scopo filantropico, esplode dalle carte processuali col concorso di Lele Mora, già condannato, che ha più volte dichiarato a verbale che l’unica ragione per cui si prestava a portare le fanciulle a Berlusconi era recuperare del denaro che non si fermava nelle casse della sua società ma finiva come provvigione anche nelle tasche di Fede”. Nel corso del suo operato, l’ex direttore del Tg4 ha manifestato, in molteplici occasioni, una prepotente forza persuasiva nei confronti delle ragazze, approfittando della loro ‘fragilità’ emotiva.

Per quanto riguarda Nicole Minetti, invece, l’ex consigliera lombarda aveva un ruolo fondamentale nella gestione degli appartamenti in via Olgettina. Anche grazie a questo ‘favore’, la donna è riuscita ad ottenere l’elezione in Consiglio Regionale.

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Primo processo d’appello

Durante il primo processo d’appello, era venuta meno l’accusa più grave. Si trattava di quella di aver favorito la prostituzione di Ruby, all’epoca 17enne e quindi minorenne. Per i due imputati era rimasta in piedi l’accusa di favoreggiamento della prostituzione di ragazze maggiorenni. Soltanto per Emilio Fede, vi era anche l’accusa di aver tentato ad indurre alla prostituzione altre tre giovani, che invece si erano rifiutate ( ossia Chiara Danese, Ambra Battilana, Imane Fadil, che sono parti civili).

Il pg ha iniziato il suo intervento creando i due decreti che hanno disposto il giudizio per Silvio Berlusconi, assolto in via definitiva nel primo processo Ruby, e per altre ospiti nella villa di Arcore. È stato perciò chiesto alla Corte di rigettare l’eccezione di costituzionalità sul reato di favoreggiamento, già respinto dal Tribunale e dalla Corte d’Appello di Bari nel caso con al centro la figura di Giampaolo Tarantini, uno dei presunti reclutatori delle giovani.