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Salario minimo, la Camera boccia la proposta delle opposizioni: “Testo snaturato dal Governo, ritiriamo la firma”

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La Camera ha votato contro la proposta di legge sul salario minimo presentato dalle opposizioni che hanno poi ritirato la firma al testo.

Seduta ad alta tensione sul salario minimo alla Camera: i deputati riuniti in Aula a Montecitorio hanno ripreso l’esame della proposta di legge snaturata da un emendamento della maggioranza che, sostanzialmente, ha eliminato l’introduzione di una paga minima di 9 euro all’ora. La misura era stata proposta da Partito democratico, Movimento 5 Stelle, Azione, Alleanza Verdi Sinistra e +Europa.

Salario minimo, la Camera vota contro la proposta di legge delle opposizioni

La proposta di legge, con l’emendamento della maggioranza, è stata trasformata in una delega al Governo in materia di redistribuzione dei lavoratori e di contrattazione collettiva. Nonostante gli sforzi delle opposizioni di provare a restituire la giusta attenzione alla propria proposta, l’emiciclo ha respinto l’emendamento unitario con 149 voti contrari e 111 favorevoli.

La maggioranza, quindi, si è rivelata ancora una volta sorda rispetto al problema dei salari. Sulla questione, nelle ultime ore, erano arrivate anche le dichiarazioni del commissario europeo al Lavoro, Nicolas Schmit, che è tornato su un concetto spesso ripetuto nei mesi scorsi. Se la contrattazione collettiva non funziona in modo adeguato e molti lavoratori ricevono salari eccessivamente bassi, ha rimarcato Schmit, è necessario valutare l’adozione di un salario minimo (orario o mensile) anche nei Paesi in cui esiste un’ampia copertura di contratti nazionali. Allo stesso modo, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella ha chiesto di intervenire su “inoccupazione, bassi salari, precarietà”.

Con la bocciatura del Governo inferta alla proposta di legge, i leader delle opposizioni hanno deciso di ritirare le loro firme dalla misura modificata dall’esecutive. E non sono ovviamente mancate le polemiche e le proteste.

Proposta sul salario minimo bocciata alla Camera: la rabbia delle opposizioni

Conte (M5S): “Questa battaglia la vinceremo”

“Questo gesto proditorio non lo compirete nel mio nome né di quello del M5S”, ha tuonato il leader del M5S Giuseppe Conte, che figurava come primo firmatario della proposta di legge sul salario minimo. L’ex premier, dopo aver strappato il testo in Aula, si è scagliato contro il Governo, asserendo: “Questa battaglia la vinceremo. Il Paese è con noi. Dopo vari balletti, vari teatrini e rinvii, espedienti di varia natura e stratagemmi di vario ordine il presidente Meloni ha gettato la maschera, ha votato no al salario minimo legale. Ha detto no alla condizione che non è dignitosa in cui versano tre milioni di lavoratori. Con la stessa arroganza con cui fate fermare un treno per far scendere un ministro avete fermato la speranza di tutti questi lavoratori che sono sottopagati”.

Schlein (Pd): “Il Governo ha esercitato un abuso di potere sulle minoranze”

Anche la segretaria dem Elly Schlein ha deciso di ritirare la firma alla proposta di legge. “La maggioranza arrogante ha svuotato la proposta e esercitato un abuso di potere sulle minoranze”, ha denunciato la leader del Pd. “Il governo ha scelto di sottrarre al Parlamento il diritto di discutere e di votare. Questa è l’idea di democrazia del governo Meloni. Un antipasto del premierato: tutti i poteri concentrati nelle mani del capo e il popolo chiamato ogni 5 anni ad acclamarlo. Ma la democrazia è un’altra cosa”.

“Avete scelto definitivamente da che parte stare, chi rappresentare, quali interessi difendere. Doveva essere un governo dalla parte degli italiani, siete solo dalla parte degli sfruttatori, e avete dato uno schiaffo agli sfruttati. Vergogna”, ha sottolineato Schlein, ricordando che la petizione delle opposizioni per il salario minimo a 9 euro l’ora ha raccolto 500mila firme, ignorate dall’esecutivo.

Gli altri leader delle opposizioni

“Ritiro anche io la mia firma da questa proposta di legge”, ha poi annunciato Nicola Fratoianni (Avs). “Non intendiamo mettere i nostri nomi in questo atto di pirateria politica e istituzionale. Avete annullato la pdl voltando le spalle a milioni di lavoratori, nel nome della sacralità della contrattazione sindacale collettiva, siete venuti voi a ricordarci quanto siano importanti i sindacati, salvo dimenticarvene dopo pochi giorni quando avete scelto di precettare i legittimi scioperi convocati”.

“Non straccerò nulla ma visto il testo che avete presentato, annuncio il ritiro della firma mia e di tutto il gruppo di Azione”, ha detto invece Matteo Richetti, facendo riferimento al gesto di Conte.

“Non avete il coraggio di esprimere un voto contrario alla proposta in quota delle opposizioni e dire che siete contrari a una proposta ragionevole che avrebbe dato risposta a uno dei grandi problemi”, ha infine asserito Riccardo Magi, segretario nazionale di +Europa. “Con la vostra delega non solo stravolgete la proposta delle opposizioni ma consegnate di fatto al ministero del lavoro la questione, strumentalizzate il Cnel, bypassate il parlamento, saltate il confronto con le parti sociali, avanzate una proposta che entra pesantemente dentro la contrattazione collettiva. La vostra delega non garantisce alcuna soglia minima di retribuzione ai lavoratori poveri e complica il quadro”.