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Fumata nera al vertice sul salario minimo a Palazzo Chigi, Meloni: “Nessun accordo tra Governo e opposizioni”

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Vertice a Palazzo Chigi tra Governo e opposizione: al centro del confronto tra le parti c’era il salario minimo.

Si è concluso con un nulla di fatto il vertice sul salario minimo che, nel tardo pomeriggio di venerdì 11 agosto, si è tenuto a Palazzo Chigi e ha visto confrontarsi il Governo con i leader dell’opposizione.

Salario minimo, vertice a Palazzo Chigi tra Governo e opposizione

Il vertice tra il Governo e le opposizioni sul salario minimo è stato, come da previsioni, un buco nell’acqua. “Sostanzialmente ognuno resta sulle proprie posizioni. Palla al centro”, hanno riferito fonti dell’opposizione.

L’incontro è stato presieduto dal premier Giorgia Meloni. Presenti anche i sottosegretari sottosegretari Alfredo Mantovano e Giovanbattista Fazzolari; il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani; il ministro del Lavoro e le politiche sociali, Maria Elvira Calderone. In collegamento da remoto, invece, il vicepremier e ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture, Matteo Salvini.

Aprendo il meeting, Meloni ha ribadito le obiezioni della maggioranza alla proposta delle opposizioni. Ileader delle opposizioni hanno replicato punto per punto senza però sortire alcun effetto ma spingendo il premier a concludere il vertice.

Il Governo dopo il vertice con l’opposizione sul salario minimo

Il commento di Giorgia Meloni

A margine della fumata nera scaturita dall’incontro a Palazzo Chigi, Meloni ha dichiarato: “Ci sono divergenze e io ho proposto un confronto più ampio, coinvolgendo anche il Cnel. Abbiamo proposto di fare un lavoro insieme nei prossimi 60 giorni, per favorire il lavoro giusto e salari adeguati. Il rafforzamento dei salari è una nostra priorità – e ha aggiunto –. Ho già parlato con Brunetta. In 60 giorni si può arrivare a una proposta di legge da sottoporre a Parlamento e Governo”.

“È stato un segno di rispetto aver incontrato e ascoltato le opposizioni senza presentare una controproposta. Sono stata per lunghi anni all’opposizione e non ricordo un Presidente del Consiglio disposto ad incontrarmi per ascoltare una mia proposta di legge presentata in Parlamento”, ha aggiunto la leader di Fratelli d’Italia.

Contro le parole del premier si sono scagliate le opposizioni che hanno tuonato: “Nessuna proposta concreta, il governo non ha le idee chiare”, ha continuato il premier.

La nota della Lega

Concluso il meeting, anche la Lega ha diffuso una nota ufficiale. “Ribadiamo la nostra determinazione ad aumentare occupazione, stipendi e pensioni valorizzando l’Italia dei Sì rappresentata dai tanti cantieri sbloccati e dalle opere ambiziose come il Ponte sullo Stretto che – da solo – garantirà almeno 100mila posti di lavoro tra Calabria e Sicilia eppure non piace al centrosinistra”, si legge.

“Spiace constatare la posizione ideologica dell’opposizione, che parla di salario minimo e di reddito di cittadinanza per spirito di contestazione e fingendo di ignorare – per esempio – le troppe storture del sussidio. A maggior ragione, la rigidità delle minoranze in Parlamento è singolare ricordando i quasi 10 anni in cui il PD ha partecipato a dei governi (anche senza aver vinto le elezioni) e in cui non è apparso particolarmente brillante a proposito di difesa del lavoro e delle pensioni”, conclude la nota.

La posizione di Forza Italia

Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, invece, ha affermato: “Vogliamo che i salari aumentino. Puntiamo al rafforzamento della contrattazione collettiva: è il miglior modo per far crescere gli stipendi. Non siamo favorevoli al salario minimo fissato per legge. Proponiamo un confronto con il Cnel”.

La reazione e la rabbia dell’opposizione dopo il vertice con il Governo sul salario minimo

Movimento 5 Stelle

“Nessuna controproposta da parte governo: non hanno le idee chiare. Se vogliono coinvolgere il Cnel di Brunetta, ben venga”, ha commentato il presidente del Movimento 5 Stelle, Giuseppe Conte, a margine dell’incontro con la maggioranza sul salario minimo. “Coinvolgeremo i cittadini con raccolta firme per una petizione”, ha annunciato l’ex premier.

Partito Democratico

“Il governo non ha le idee chiare, non ci hanno convinto sulle nostre perplessità. Aspettiamo ancora delle proposte: non ci sottraiamo al confronto. Noi andiamo avanti sulla nostra di proposta. Lanciamo una raccolta firme”, ha detto invece la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.

Il leader di Azione, Carlo Calenda, invece, ha scelto di assumere un atteggiamento possibilista: “Incontro ancora interlocutorio. Nessuno ha sbattuto la porta, il dialogo continua. Sono soddisfatto: è un primo passo”.

PiùEuropa, Sinistra Italiana e AVS

“Abbiamo risposto a tutti i dubbi sollevati da Giorgia Meloni sulla proposta del salario minimo”, ha esclamato Riccardo Magi di PiùEuropa. “Il Governo ha una grossa responsabilità ma anche una occasione, che speriamo che sappia cogliere. Ringraziamo per l’invito, ma la situazione è straniante perché è un remake tra una riunione di una commissione parlamentare e il Question time delle opposizioni al governo. Aspettare la proposta del Cnel vuol dire buttare la palla in tribuna”.

Il leader di Sinistra Italiana, Nicola Fratoianni, ancora, ha ribadito che, da parte del Governo, “Non c’è stata alcuna proposta alternativa” mentre Elonora Evi di Alleanza Verdi-Sinistra, ha puntato il dito contro la maggioranza “apparsa confusa, la battaglia va portata avanti in Parlamento ma anche con una mobilitazione, lanciamo una petizione per dotare il Paese di una misura fondamentale”.

La raccolta firme

L’ennesimo insuccesso collezionato a seguito del confronto con l’esecutivo ha spinto il Pd, il M5S e AVS a lanciare una raccolta firma.