Debora Faravelli Secondo un gruppo di ricercatori che hanno pubblicato uno studio su Nature, il coronavirus avrebbe un’origine naturale e risalente a 140 fa. Nell’articolo si legge infatti che l’infezione condividerebbe il 96% del suo materiale genetico con un virus trovato in una grotta nello Yunnan, in Cina, abitata dai pipistrelli. Quest’ultimo però non sembra infettare gli esseri umani.
Coronavirus naturale e risalente a 140 fa
La tesi sostenuta è che esso si sia nascosto negli animali per decenni. 140 fa il lignaggio dell’attuale Sars-CoV-2 si sarebbe staccato da quello strettamente correlato visto oggi nei pangolini, che per un certo tempo sono stati sospettati di essere l’ospite intermedio del virus. Negli ultimi 40-70 anni gli antenati del Covid si sarebbero poi staccati dalla versione dei pipistrelli.
La rivista si sofferma poi a ricercare, tramite l’ausilio di diversi studi, le caratteristiche che avrebbero permesso al virus di infettare in modo così efficace le cellule umane. I risultati suggeriscono che potrebbe trattarsi di una lunga storia familiare con molti rami dell’albero genealogico del coronavirus localizzati nei pipistrelli e possibilmente nei pangolini. Alcuni di questi, cugini dei primi, potrebbero avere capacità simili di causare una pandemia e questo spiegherebbe la facilità di diffusione dell’infezione.
“E’ necessario un costante monitoraggio e una maggiore vigilanza rispetto all’emergenza di nuovi ceppi virali di origine zoonotica“, ha spiegato Rasmus Nielsen, coautore di uno dei lavori citati.
