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Sensi di colpa per l'infelicità: lo studio

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Lo psicologo spagnolo Rafael Pardo indica come causa dei sensi di colpa per la nostra infelicità il concetto di pensiero positivo.

Secondo lo psicologo spagnolo Rafael Pardo, sarebbe in corso una nuova pandemia che accrescerebbe i nostri sensi di colpa per l’infelicità, dovuti forse al concetto ormai sfatatao del pensiero positivo. Quest’ultimo, infatti, non tiene in considerazioni aspetti socioeconomici econtesti personali che in realtà avrebbero più influenza sull’uomo, e che quindui non sarebbero controllabili con la sola forza di volontà.

Infelicità: sensi di colpa inutili

I sensi di colpa per l’infelicità non sono influenzati dalle nostre scelte. Questo è il concetto che viene espresso dallo psicologo spagnolo Rafael Pardo nel suo libro “Felicidad tóxica. El lado oscuro del pensamiento positivo“.

In questo scritto, l’autore confronta l’idea di bellezza nelle donne degli anni ’90, evidenziando come i canoni estetici richiesti dalla società hanno poi portato a conseguenze disastrose dal punto di vista della salute, quali anoressia o bulimia.

Fattori socioeconomici

Pardo sostiene che il pensiero positivo ci fa credere di poter risolvere i nostri problemi con la sola forza di volontà e consapevolezza di poter cambiare la nostra vita con azioni precise. Una falsa speranza, visto che non tiene conto di alcuni fattori oggettivi come le condizioni socioeconomiche in cui ogni individuo vive.

Ti danno quel messaggio perverso che le condizioni socioeconomiche non sono importanti, quando lo sono. Essere in un paese con la democrazia non è la stessa cosa di essere senza di essa; né è lo stesso essere una donna in Zambia o negli Stati Uniti. Dite a George Floyd che le sue condizioni non erano importanti, che la sua felicità era una questione di quattro pensieri “.

Troppo ottimismo fa male

Volendo sintetizzare con un adagio popolare “l’ottimista è un pessimista mal informato“, e troppo fiducia nel destino può riversarsi sulle condizioni di salute. La troppa sicurezza ci rende invincibili, e questo non ci permette più di vedere la realtà in modo oggettivo, anche quando si presentano ostacoli di natura fisica.

Dal punto di vista educativo, anche per i bambini risulta dannoso apprendere fin da subito il concetto del pensiero positivo. Verrebbe a mancare la cultura della sconfitta, facendo credere al bambino che prima poi verrà ricompensato. Da adulto questo atteggiamento può sfociare nella frustrazione sul posto di lavoro.

Equilibrio

In conclusione, per Pardo non bisogna essere né pessimisti né ottimisti, ma cercare di stare nella via di mezzo del realismo. L’impatto, infatti, può risultare terribile anche sotto l’aspetto emotivo. Convincedoci di poter comandare le nostre emozioni, finiremmo per pensare che quelle negative come rabbia, tristezza o paura siano frutto di qualche squilibrio mentale, anziché naturale e soprattutto umana conseguenza della vita.