Tensione e scambi accesi a “È sempre Cartabianca”: l’ultimo dibattito ha visto protagonisti Mizrahi e Iacchetti, coinvolti in un vero e proprio botta e risposta in diretta. Tra osservazioni pungenti e repliche taglienti, la puntata ha messo in luce le divergenze tra i due, trasformando il confronto in uno degli episodi più discussi della stagione. Gli scontri, intanto, non si fermano sui social.
Scontro acceso in diretta a “È sempre Cartabianca”
Durante la puntata del 16 settembre del talk show condotto da Bianca Berlinguer, la discussione sul conflitto in Palestina è degenerata in uno scontro verbale molto acceso tra Enzo Iacchetti e Eyal Mizrahi, presidente della Federazione Amici di Israele.
Mizrahi aveva inizialmente cercato di orientare il dibattito a favore del governo israeliano, citando dati sulle vittime del conflitto, mentre Iacchetti ha risposto punto per punto, contestando apertamente le affermazioni dell’ospite e sottolineando le sofferenze dei civili a Gaza. La tensione è cresciuta rapidamente: Mizrahi ha accusato Iacchetti di fascismo, ricevendo in risposta minacce di aggressione verbale da parte dell’attore.
Tra interruzioni, toni altissimi e momenti di forte emotività, la puntata ha mostrato un dibattito segnato da contrapposizioni nette e da un confronto impossibile da ricondurre a una semplice discussione televisiva.
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Scontro a “È sempre Cartabianca”: il commento di Mizrahi scatena la controreplica di Iacchetti
Poche ore dopo l’accaduto, Iacchetti ha pubblicato un video su Instagram ribadendo la sua posizione, senza alcuna intenzione di scusarsi o moderare le sue parole. Nel filmato l’attore ha definito Mizrahi un provocatore e un interlocutore impossibile, affermando che avrebbe ripetuto le stesse parole se fosse tornato in trasmissione. La caption del video, che sottolinea il sostegno alla causa palestinese con la frase “Palestina libera”, ha ulteriormente alimentato il dibattito online.
Mizrahi, da parte sua, ha spiegato di non aver mai avuto intenzione di offendere e ha dichiarato di considerare difficile un confronto con chi non conosce i fatti sul conflitto, definendo il comportamento di Iacchetti come una reazione personale a toni percepiti come arroganti.
“Non lo definirei tanto un dibattito, piuttosto un monologo. Non ho potuto dibattere perché diceva che può parlare solo lui e non vi può essere contraddittorio su certi temi. Sono molto attento a non offendere, ma se uno ti dice ‘non hai diritto di aprire bocca, scendo giù e ti meno’, questo per me è un comportamento da fascista, espressione usata come constatazione di un atto di arroganza. Non voleva essere un’offesa, ma anche lui però ha dato dei nazisti agli israeliani. Non sono stato io a portare la discussione in quella direzione.”, ha commentato all’Adnkronos.
Entrambi i protagonisti hanno così contribuito a prolungare la discussione anche al di fuori dello studio televisivo, facendo emergere le tensioni intorno al tema e coinvolgendo attivamente il pubblico nella riflessione sul conflitto.
“Non sono nemico di nessuno, ma per fare la pace bisogna essere in due. Sono disponibile, ma non credo che Iacchetti sia in grado di affrontare un confronto dai toni amichevoli. Ha minacciato di menarmi, non penso voglia stringere la mano a chi considera un avversario solo perché pensa diversamente da lui”.
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