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Scritta Dux: CasaPound la ripara piantando 1000 pini

CasaPound

CasaPound ci riprova, piantando nuovamente 1000 pini per ricostruire la scritta "DVX" a Rieti, sul fianco del monte Giano.

CasaPound ha alacremente lavorato per restituire la storica scritta “DVX” sul Monte Giano, a Antrodoco, nelle vicinanze di Rieti. Questo lavoro ha impegnato non solo i militanti appartenenti all’associazione CasaPound, ma anche i volontari della Protezione Civile di Salamandra e quelli di Foresta che avanza (associazione ecologita). In circa 200 sono saliti sulle pendici del Monte Giano ricostruendo la scritta che la scorsa estate era andare in fiamme. L’incendio era avvenuto lo scorso Agosto, dopo che un contadino della zona aveva dimenticato di spegnere il falò col quale stava cuocendo dei pomodori. Almeno questo secondo la ricostruzione dei Carabinieri. La Forestale aprì un’inchiesta sul caso (tutt’ora in corso)., mentre il contadino in questione ha sempre negato la sua responsabilità.

L’incendio in poco tempo era divampato, causando un gran numero di danni specialmente alle lettere “V” e “X“. Secondo alcuni l’incendio e i danni provocati alla scritta furono una tremenda e ingloriosa cancellazione del passato storico. Qualcuno più scherzosamente, sui social soprattutto, ha detto che il passato è stato cancellato da una passata (di pomodori).

Parla CasaPound

Il vicepresidente di CasaPound Italia ha spiegato che circa 200 sono le persone che hanno partecipato alla ricostruzione. Il monumento venne creato nel 1939, dagli allievi della scuola della Guardia Forestale di Cittaducale. All’epoca vennero utilizzati 1000 pini di provenienza austriaca, distribuiti sopra una superficie grande quanto 8 campi da Rubgy. Si tratta di un restauro dalle dimensioni monumentali quindi, a cui oggi hanno partecipato molti italiani. E anche oggi, come nel 1939, sono stati utilizzati 1000 pini per la ricostruzione.

Per il vicepresidente di CasaPound Italia, il gesto è fortemente simbolico. Esso rappresenta la voglia di rimboccarsi le maniche e risolvere i problemi della propria terra. Un gesto che esprime tutto l’amore di questi uomini e donne che hanno partecipato per la propria casa e la propria storia. Simbolicamente, il loro atto rappresenta la volontà di riportare l’Italia ad essere un Paese coraggioso, capace di gesti e opere straordinarie. Un paese che non fagocita le piccole comunità, ma che insieme a essere lavora in piena armonia e in maniera organica.

Il precedente restauro

La scritta DVX già in precedenza aveva subito un restauro. L’ultimo venne fatto nel 1998 dall’allora giunta regionale di centro-sinistra guidata da Badaloni. Vennero stanziati circa 260 milioni delle vecchie lire. Ufficialmente vennero impiegati per la manutenzione boschiva. La cosa non poté che scatenare polemiche sulla scritta e sui soldi stanziati che rimasero bloccati. Due anni dopo la scritta venne salvata in extremis dalle fiamme. Solo nel 2004 quei soldi poterono essere finalmente utilizzati per rendere nuovamente visibile (visibile fino a 90 chilometri) la scritta sul fianco del Monte Giano (1820 metri).

Ufficialmente la scritta è riconosciuto come patrimonio artistico e monumento naturale unico al mondo. La sua cancellazione e il suo vilipendio rappresentano un reato perseguibile per legge. Rappresenta un unicum del territorio reatino, difeso a spada tratta dalle giunte sia di sinistra che di destra. Un esponente del PD sabino ha dichiarato che “la lotta al Fascismo non si fa certo con le motoseghe (o con i roghi), ma con la cultura“.