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Scuola, tra i nodi da risolvere lo psicologo e le aule non abbastanza grandi

Studenti a scuola

Il ritorno totale a scuola è previsto il prossimo 26 aprile, ma i nodi da risolvere non mancano, tra cui la figura dello psicologo e i trasporti.

Il ritorno totale a scuola è previsto per il prossimo 26 aprile, tuttavia sono innumerevoli i nodi da risolvere per rendere sicuro, veloce ed efficiente il rientro nelle aule di milioni di alunni e studenti. Tra le varie questioni si segnala la figura dello psicologo, i trasporti, i turni, l’areazione e le aule scolastiche, molte delle quali non risultano essere abbastanza grandi. La riapertura della scuole è stata tuttavia accolta con favore dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, che ha parlato di “segnale politico”. Una scuola martoriata dalla pandemia da Covid-19 che ha dato non poche gatte da pelare a docenti, genitori e ragazzi. I programmi scolastici sono stati rallentati e messi a dura prova a causa dell’alternarsi tra didattica in presenza e a distanza. 

Scuola, tra i nodi da risolvere la figura dello psicologo

Tra le varie questioni rimaste in sospeso circa il rientro a scuola, la figura del medico e dello psicologo di istituto. Numerosi i fondi per le scuole stanziati per aiutare tale settore. Tra le varie novità introdotte a causa dell’emergenza sanitaria anche l’organico Covid, che probabilmente rimarrà anche per l’anno scolastico 2021/2022. L’organico in questione prevede un surplus di docenti e ATA negli istituti, al fine di agevolare il corretto svolgimento delle attività scolastiche in epoca Coronavirus

La questione trasporti 

Non era difficile comprendere che l’annosa problematica dei trasporti avrebbe reso molto difficile il rientro a scuola degli studenti, soprattutto di quelli frequentanti le superiori. Lo scorso settembre la questione sembrava essere risolta riducendo il distanziamento sui mezzi pubblici. A gennaio, tuttavia, il ministero dell’Istruzione ha chiamato i prefetti chiedendo loro di mediare. Un ritorno a scuola davvero effimero, poiché durato solo un mese: a marzo infatti c’è stata una nuova chiusura, con tanto di ritorno alla didattica a distanza. Sono in gran maggioranza gli studenti che in presenza non hanno fatto neanche sessanta giorni totali nell’anno scolastico corrente.