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Sigfrido Ranucci, addio vicino a Report? Il provvedimento della Rai fa discutere

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Sigfrido Ranucci sotto accusa per partecipazioni a programmi tv senza il via libera della Rai. Il conduttore lascia Report?

Sigfrido Ranucci, storico conduttore di Report, è finito al centro di un provvedimento disciplinare da parte della Rai. L’azienda gli contesta alcune partecipazioni televisive e interviste rilasciate senza la necessaria autorizzazione. La vicenda solleva interrogativi sul futuro del giornalista e del programma d’inchiesta più noto del servizio pubblico.

Report nel mirino: tagli, tensioni e procedimenti

Il procedimento disciplinare avviato nei confronti di Sigfrido Ranucci si inserisce in un contesto già teso che coinvolge Report e, più in generale, l’intera offerta di approfondimento giornalistico della Rai.

Nonostante gli ottimi ascolti registrati durante l’ultima stagione, il programma subirà un ridimensionamento nella prossima, con la cancellazione di quattro puntate. Una decisione presa dalla Direzione Approfondimenti che non colpisce solo Report, ma interessa anche altre trasmissioni storiche del servizio pubblico: Presadiretta e Lo Stato delle Cose saranno coinvolti da interventi simili, FarWest subirà una riduzione del format, mentre spazi come Agorà Weekend sono stati chiusi del tutto.

Una strategia editoriale che, secondo molti osservatori, rischia di impoverire l’offerta informativa della televisione pubblica in un momento in cui il giornalismo d’inchiesta appare più che mai necessario.

Sigfrido Ranucci lascia Report? Il provvedimento della Rai

Con un post pubblicato su Instagram, accompagnato da una foto, Sigfrido Ranucci ha reso noto di aver ricevuto una comunicazione ufficiale dalla Rai: una lettera di contestazione firmata dall’Amministratore Delegato Giampaolo Rossi e dal direttore delle Risorse Umane Felice Ventura. Secondo quanto riferito dal conduttore, l’azienda gli contesta la partecipazione a trasmissioni televisive e il rilascio di interviste senza la prevista autorizzazione. Ranucci ha commentato amaramente la vicenda, sottolineando come, dopo 27 anni di carriera all’interno della Rai, si sia visto recapitare un provvedimento disciplinare.

“Ieri sono stato convocato dal mio direttore Paolo Corsini, pensavo che mi rassicurasse sul fatto che le puntate di Report non verranno tagliate e che i compensi della mia squadra fossero salvi, anche solo per gratitudine per la qualità del lavoro svolto. Pensavo anche che mi avesse convocato per dire bravo a me e la squadra visto che ieri è uscito l’indice Qualitel, il sondaggio che la Rai è obbligata a fare in ottemperanza del contratto di servizio pubblico, e dove risulta che Report è il programma d’informazione più gradito. Invece no”, inizia così il duro sfogo.

Poi, il conduttore ha aggiunto:

“Mi accusano di aver partecipato alla trasmissione della Gruber il 6 maggio, senza essere stato autorizzato. Fatto non vero perché ero stato autorizzato dallo stesso Corsini telefonicamente per lanciare la seconda parte della stagione di Report. Poi di aver presentato il mio libro a #Mestre, e di aver rilasciato un’intervista dove parlavo della minore libertà di stampa in Italia e del fatto che la gente si informava di meno. Non si riferiva alla Rai ma al mio libro La Scelta edito da Bompiani”.

Infine, Ranucci ha concluso:

“Poi mi si accusa di aver partecipato con una telefonata a Piazza Pulita per difendere Report e il collega Giorgo Mottola dalle accuse di manipolazione”.

Dopo aver replicato punto per punto alle contestazioni contenute nella lettera ricevuta dalla Rai, Sigfrido Ranucci ha espresso il suo pensiero con toni fermi: ha dichiarato di accettare con orgoglio il provvedimento, se questo gli viene contestato per aver difeso e promosso la squadra di Report e un marchio storico del servizio pubblico, nonché per aver tutelato la libertà di stampa. Ha inoltre sottolineato come la sanzione arrivi in un contesto particolarmente delicato, a ridosso di interrogazioni parlamentari di Forza Italia sull’inchiesta relativa a Mori e alla Commissione Antimafia, e dopo la denuncia presentata dal senatore Fazzolari per la puntata su Mediobanca.

 

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