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Silvio Berlusconi sogna il Quirinale: “Mi do il 10-15% di possibilità”

Silvio Berlusconi

Silvio Berlusconi sogna il Quirinale: “Mi do il 10-15% di possibilità". Poi mette le mani avanti: "Tanto ci starei un paio d'anni, non di più”

Silvio Berlusconi sogna il Quirinale e non lascia adito a dubbi circa la possibilità che quel sogno possa diventare realtà, perciò al Corriere della Sera il leader forzista ha ammesso: “Mi do il 10-15% di possibilità”. E quello di Berlusconi pare essere come tutti i sogni del Cavaliere, cioè sotto studio di fattibilità e “sotto botta” di vedere quelle percentuali allargate. Per fare questo a Berlusconi servono i primi conti, quelli basici sui grandi elettori: tecnicamente lui ne avrebbe 476, numero insufficiente a dare certezze perché la maggioranza assoluta attuale ne prevede 505

Silvio Berlusconi sogna il Quirinale: i voti da conquistare e i rapporti personali

E come conquistare quei voti che mancano all’appello? Il primo elemento, oltre alle  afferenze naturali del centrodestra pare essere quello dei rapporti personali: il Berlusconi di soli 15 anni fa era un’icona di manicheismo che parlava con gli amici e non veniva neanche incasellato come interlocutore dai “nemici”; oggi Berlusconi è un dialogatore seriale e molto più trasversale e questo potrebbe giovargli. Quasi tutti i media indicano nel dialogo con Giuseppe Conte l’esempio della nuova verve del Cavaliere, e Conte punta alla leadership del M5S in un momento delicatissimo di questo suo progetto, il che lo mette nel novero dei potenziali “dialogatori” in tema Quirinale con Berlusconi. 

Berlusconi sogna il Quirinale: il quadro d’insieme e il quadro a Conte

Perché? Perché se fai vedere che sei capace di perseguire disegni politici allora la patente di leader te la prendi con più naturalezza e magari le intemperenze future di un fondatore-suocera come Beppe Grillo le argini meglio. I media fanno sapere poi che il legame fra Berlusconi e Conte è stato sostanziato anche dal regalo di un quadro a Natale. E la sponda di Matteo Renzi? Lì le cose sono un po’ più complicate, ma comunque fattibili, per non parlare della verve dialettica che il cavaliere mette nell’additare la nuova maturità politica del Salvini “di lotta e di governo”. Insomma, spazi di manovra ce ne sarebbero. E al Corsera Berlusconi ha anche detto: “Tanto (al Quirinale) ci starei un paio di anni, non di più”. 

Silvio Berlusconi sogna il Quirinale: Draghi e Cartabia in griglia con lui

In tema di voti parlamentari  il cavaliere gioca la carta di Mario Draghi con il ruolo di doppia matta: da un lato asseconda la fisiologia di un governo che affida la sua stabilità ad un leader di statura internazionale in un momento topico, dall’altro toglie quello stesso leader dall’equazione quirinalizia che interessa a lui. “Oggi mi riferiscono che non sia sostituibile al governo del Paese”. Ma c’è anche l’incognita di Marta Cartabia, anche se Berlusconi spiega: “Salvini non la voterebbe”. Quando poi si arrivasse alla quarta chiama, quella in cui la maggioranza assoluta farebbe la differenza, il nome-collante sarebbe bello che pronto: il suo.