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Streghe di Benevento, vere megere o antiche leggende?

Streghe di benevento

Le streghe di Benevento sono le protagoniste di racconti popolari molto antichi. La loro storia si intreccia tra fatti storici reali e chimerici.

Le streghe di Benevento sono le protagoniste dei più suggestivi racconti popolari tipici dell’Italia meridionale. Il loro nome, in dialetto “Janare” o “Dianare” deriverebbe dalla dea romana della caccia Diana. Secondo le leggende queste streghe solevano disturbare gli abitanti di Benevento con azioni a dir poco inquietanti.

Le streghe di Benevento

L’antica leggenda narra che le streghe di Benevento commettevano abitualmente azioni spaventose tra le quali vi era il rapire i bambini durante la notte per poi riconsegnati all’alba con danni fisici. Sempre durante la notte le janare si divertivano a sedersi sul petto dei giovani per privarli del respiro e di qualsiasi possibilità di movimento. Le streghe amavano anche rapire le giumente nelle stalle al fine di cavalcarle fino allo sfinimento. Si racconta che, per lasciare il segno del loro passaggio e della propria presenza, facessero delle trecce alle cavalle prima di riportarle, morenti, nelle proprie stalle.

Metodi per allontanarle

Dato che le janare, all’epoca, erano considerate una vera e propria realtà era necessario trovare dei metodi efficaci per allontanarle. Gli unici due modi per tenere lontano le streghe era posizionare un sacchetto pieno di sale o una scopa di fronte alla finestra, alla porta o alla stalla. Le fattucchiere così si sarebbero distratte nel contare i chicchi di sale e i fili della scopa protraendosi fino all’alba, momento in cui era necessario fuggire.

Chi era la janara?

La janara era un’esperta di erbe grazie alle quali poteva preparare unguenti e pozioni. Le sue abilità in campo erboristico le permettevano di riconoscere quelle aventi poteri narcotici e stupefacenti. La tradizione vuole che queste maghe, differenti dalle classiche streghe, si aggirassero proprio nell’area di Benevento, in Campania. Si racconta che tutte le janare si ritrovassero intorno ad un noce conosciuto come “Noce di Benevento“. Questo noce è stanziato ancora sulle rive del fiume Sabato. Qui le megere svolgevano i propri rituali chiamati sabba che si basavano su pratiche occulte e magiche.

Il Noce di Benevento

Questo albero per le streghe di Benevento era il punto focale delle loro comunità. Intorno al quale infatti si ritrovavano insieme anche ad alcuni Longobardi. La tradizione vuole che quest’albero sia stato consacrato dal Dio germanico Odino. Sempre la tradizione racconta che durante i rituali si pronunciasse questa formula magica: “Unguento unguento portami al noce di Benevento, sopra l’acqua e sopra il vento e sopra ogni altro maltempo“.

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I fondamenti storici

Questi racconti popolari probabilmente nascono durante il periodo del regno Longobardo che dominava su Benevento nel VI secolo. Alcuni degli abitanti erano ancora rimasti legati alla religione pagana. Nonostante ciò quasi tutti gli abitanti della città praticavano ormai la religione cristiana. Di nascosto i pagani veneravano in particolare la dea egizia della magia Iside, la dea romana Diana e la dea della Luna e della negromanzia Ecate. Le testimonianze circa la pratica di questi culti è avvalorata e confermata dai monumenti ancora presenti e sparsi per tutta la città.