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Telefonia: addio alle offerte per chi cambia operatore

Addio alle offerte di telefonia per chi cambia operatore

Due emendamenti passati in Commissione al Senato vietano le offerte per coloro che cambiano operatore.

Due emendamenti passati in Commissione al Senato vietano le offerte per coloro che cambiano operatore per il proprio smartphone.

Telefonia: addio alle offerte per chi cambia operatore

In Commissione al Senato sono passati due emendamenti della maggioranza al Disegno di Legge Concorrenza che mettono al bando la pratica dell'”operator attack“, ovvero le offerte di tariffe super scontate per il cellulare rivolte agli utenti che provengono da altri operatori. Secondo quanto riportato da La Repubblica, le “operator attack” sono offerte usate dalle compagnie telefoniche come Tim, Wind Tre e Vodafone, offrendo prezzi più bassi della media del mercato e ricche di GB. Spesso, però, sono nascoste, non si trovano sui siti web ma solo in alcuni negozi. In altri casi sono pagine web non collegate alla homepage dell’operatore e non sono attivabile da tutti gli utenti, ma solo da chi ha certi operatori e richiede la portabilità del numero. Il tipo di operatore dipende dall’offerta. Solitamente si trovano i nomi di Iliad, Spusu, Poste Mobile, Fastweb e altri operatori virtuali, ma mai quelli di Kena, Very e Ho, che sono i virtuali di Tim, Wind Tre e Vodafone. Gli emendamenti accolgono una segnalazione dell’Antitrust, secondo cui “tali condotte possono avere un effetto estremamente negativo sullo sviluppo della concorrenza nella telefonia mobile“. Per l’Antitrust queste offerte contribuiscono “a bloccare lo sviluppo degli operatori nuovi entranti e al limite a provocare l’uscita dal mercato di alcuni di essi, facendo venire meno quello stimolo concorrenziale nei confronti degli operatori tradizionali che ha fin qui apportato numerosi benefici ai consumatori finali“.

Addio alle offerte per chi cambia operatore: poca trasparenza e rischi

Per l’Antitrust c’è la questione della tutela dei consumatori in quanto queste offerte sono considerate poco trasparenti. Secondo i detrattori degli emendamenti, bisogna abolire questa pratica che rischia di portare ad una guerra dei prezzi infinita. Le conseguenze potrebbero essere il tracollo dei ricavi e dei profitti da parte dei gestori e la continua minaccia di licenziamenti e ammortizzatori sociali. “Ritengo che la normativa già esistente in tema di non discriminazione consentisse alle diverse authority di intervenire sul punto, come in passato è stato fatto. Concordo con Agcm che il winback selettivo generi distorsioni concorrenziali ma solo se associato a una dominanza individuale o collettiva” ha commentato Antonio Nicita del Pd a Repubblica, aggiungendo che gli emendamenti sono un caso di over-regulation rispetto a casi già trattabili.

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