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Trapianto di pene e scroto a un reduce di guerra americano

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Negli Stati Uniti è stato eseguito un trapianto di pene e di scroto su un reduce della guerra in Afghanistan, vittima dello scoppio di una bomba.

Negli Stati Uniti è stato effettuato uno dei primi trapianti di pene – tecnicamente chiamati allotrapianti compositi vascolari (Vca) – e scroto. Il paziente, del quale non è stato reso noto il nome, è un reduce della guerra in Afghanistan, che aveva perso l’organo genitale a causa dell’esplosione di una bomba, e a quanto pare l’intervento da lui subito, ha avuto esito soddisfacente. E’durato 14 ore ed è stato eseguito al John Hopkins University Hospital di Baltimora, nello Stato del Maryland. Una nota della struttura ospedaliera ha fatto sapere che l’ex soldato è in buone condizioni di salute e dovrebbe poter tornare a casa nei prossimi giorni.

Chirurghi

I dettagli dell’intervento

Il trapianto di pene e scroto, avvenuto grazie ad un donatore, è stato preparato per ben cinque anni e a effettuarlo, è stato un equipe con a capo un medico di nome Andrew Lee, direttore del dipartimento di Chirurgia Plastica e Ricostruttiva. L’intervento ha riguardato anche le pareti dell’addome del paziente.

Le funzioni urinarie di quest’ultimo dovrebbero riprendere in breve tempo, mentre quelle sessuali in sei mesi. Per evitare crisi di rigetto dell’organo impiantato, il reduce di guerra ha ricevuto anche un’infusione del midollo spinale del donatore.

Sala operatoria

Le parole di uno dei chirurghi

Uno dei chirurghi che hanno operato il veterano dell’esercito USA, è il Dottor Curtis Cetrulo, del Massachusetts General Hospital di Boston, uno dei massimi esperti nell’ambito di interventi all’organo genitale maschile. Interventi necessari nel caso di cancro, traumi pelvici e circoncisioni mal riuscite, che possono comportare l’amputazione del pene, con tutte le immaginabili conseguenze dal punto di vista sessuale e psicologico. Cetrulo ne ha parlato di recente a un congresso intitolato “Frontiers in Genito – Urinary Reconstruction”, tenutosi al Policlinico di Tor Vergata, a Roma. Ha spiegato che l’idea di questo tipo di operazione, è venuta basandosi sui risultati di quelle effettuate alle mani e alla faccia e ora egli sta cercando di elaborare nuove tecniche attraverso le cellule staminali del donatore, per evitare crisi di rigetto.

I precedenti

Come già detto, questo non è il primo trapianto di pene riuscito in assoluto. Nel 2015 era stato operato un 21enne sudafricano, che poi aveva avuto un figlio, e l’anno successivo era toccato ad un 64enne americano, che aveva perso l’organo in un incidente. In ogni caso si tratta di un intervento molto delicato e ancora da perfezionare, come sta cercando di fare il chirurgo italo-americano che ha operato anche il reduce di guerra.