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Uccisa dal marito dopo 12 denunce: bloccato il risarcimento ai figli

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Marianna Manduca è stata uccisa dal marito nel 2007 dopo 12 denunce per maltrattamenti, minacce e percosse: ora viene negato il risarcimento ai figli

Marianna Manduca venne uccisa dal marito nel 2007. La donna aveva denunciato invano per ben dodici volte alla Procura di Caltagirone le violenze subite. I magistrati sono stati ritenuti responsabili di negligenza dal tribunale civile di Messina. Anche la Presidenza del Consiglio è stata condannata a risarcire il danno subito dagli orfani. Palazzo Chigi, però, ha fatto appello alla sentenza. La notizia è stata resa nota dagli avvocati Alfredo Galasso e Licia D’Amico. Che sono i legali dei figli di Marianna, assassinata dal marito, Saverio Nolfo, ormai già dieci anni fa.

Rancori nei confronti dell’ex moglie, madre dei suoi tre figli

Proprio l’affidamento dei tre minori sarebbe stato la causa dei tanti litigi tra Marianna e suo marito. Che culminarono poi nel terribile delitto. Nonostante Saverio Nolfo avesse ottenuto l’affidamento dei tre figli maschi, provava ancora una desidero di vendetta nei confronti della ex compagna. Marianna Manduca, di 32 anni, quella sera del 3 ottobre del 2007 era andata, ad accompagnare i bambini nella casa paterna in via Trivio a Palagonia. Il marito aveva già deciso di ucciderla con una dinamica che sarebbe poi risultata premeditata.

Quella di Palazzo Chigi è «una decisione grave e inattesa, che tende a porre nel nulla un provvedimento giudiziario che per la prima volta riconosce e punisce la responsabilità non della magistratura nel suo complesso, ma di singoli magistrati, colpevoli di una inerzia giudicata dai loro stessi colleghi ingiustificabile». Questo dicono gli avvocati dei tre minori. “Ci era parso che una corretta e imparziale applicazione della legge sulla responsabilità civile dei magistrati, recentemente riformata, avrebbe indotto il Presidente del Consiglio dei Ministri ad adottare una diversa e solidale decisione nei confronti di una famiglia notoriamente generosa e bisognosa come quella che ha accolto da anni i figli di Marianna Manduca».

Marianna Manduca, uccisa nonostante le denunce

Quello che è ancora più grave e che indigna fortemente i legali è che è nell’atto di appello è stata chiesta la sospensione dell’esecuzione della sentenza di primo grado. La richiesta è stata fatta allo scopo di non pagare al padre adottivo, il signor Carmelo Calì, il modesto risarcimento riconosciuto. Si rimane dunque in attesa dell’esito di un appello che gli avvocati ritengono del tutto infondato e dilatorio.

Dodici sono state le denunce per maltrattamenti, minacce e percosse che Marianna Manduca aveva presentato per salvarsi la vita. E non sono state sufficienti. Perché la donna è stata uccisa. Marianna aveva anche segnalato agli inquirenti il progetto omicida del marito. Eppure nessuno fece nulla per fermate attivamente la mano dell’assassinio.

Dopo una lunga e aspra battaglia legale, il Tribunale Civile di Messina ha emesso la condanna. Essa va in direzione della Presidenza del Consiglio dei Ministri, che dovrà risarcire trecentomila euro di danni patrimoniali ai tre figli di Marianna. I giudici hanno applicato la legge sulla responsabilità civile dei magistrati. Essi hanno sostenuto che i pm che si occuparono del caso non fecero tutto quanto era in loro potere per evitare il femminicidio.