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Hunter Biden si dichiara colpevole dei reati fiscali e del possesso irregolare di un'arma: scampa la condanna detentiva

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Hunter Biden raggiunge un accordo con i procuratori federali e patteggia nell'ambito dell'inchiesta per i reati fiscali e per il possesso irregolare di un'arma

Usa. Hunter Biden raggiunge un accordo con i procuratori federali e patteggia nell’ambito dell’inchiesta per i reati fiscali e per possesso irregolare di un’arma. A rivelarlo è il Washington Post, che cita i documenti depositati in tribunale martedì 20 giugno 2023: il patteggiamento consentirà al figlio cinquantatreenne del presidente statunitense di evitare una condanna detentiva.

Un’inchiesta durata cinque anni

L’accordo dovrà ora essere approvato da un giudice federale, non è chiaro al momento quando Biden junior dovrà presentarsi in aula per dichiararsi colpevole. L’accordo chiuderebbe l’inchiesta avviata nel 2018 durante l’amministrazione di Donald Trump. La vicenda ha attirato negli anni sempre più l’attenzione (e le critiche) da parte dei repubblicani, che hanno accusato l’amministrazione Biden (che ha proseguito l’inchiesta) di adottare un trattamento di favore per il figlio del presidente.

Il patteggiamento

Come anticipato, Hunter Biden si dichiarerà colpevole di due reati fiscali minori relativi al mancato pagamento di tasse negli anni 2017 e 2018 per una somma che ammonta in totale a circa 1,2 milioni di dollari. L’altro reato per il quale si dichiarerà colpevole è il possesso irregolare di un’arma acquistata nel 2018: i suoi problemi di tossicodipendenza (da cocaina), se dichiarati, gli avrebbero impedito di possedere un’arma.