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Venezia, conto da 1100 euro per 4 bistecche e frittura mista

Venezia

A Venezia quattro studenti giapponesi pagano un conto da 1100 euro per aver consumato 4 bistecche e 1 frittura mista.

Venezia ancora sotto i riflettori per un conto salatissimo che si sono visti recapitare quattro studenti giapponesi dopo aver pranzato in un’osteria vicino a Piazza San Marco.

A Venezia 1100 euro 4 bistecche e 1 frittura

I ragazzi, che studiano a Bologna e che erano a Venezia per una gita fuori porta, hanno deciso di allontanarsi dal gruppo di turisti originario e dalla loro guida che li accompagnava nella visita della città, e hanno scelto di fermarsi a pranzare in un’osteria di calle dei Fabbri, una zona centrale e molto turistica vicino la celebre piazza.

Si sono seduti e hanno ordinato una frittura mista e quattro bistecche, nessuna pietanza particolarmente costosa o elaborata. Alla fine del pasto gli è stato portato il conto comprensivo di acqua minerale e servizio il cui totale ammontava a 1100 euro.

A quanto raccontato, pare che di primo acchitto i quattro ragazzi siano rimasti scioccati dall’entità della cifra spesa, ma che abbiano comunque saldato regolarmente il dovuto.

Per gli altri 350 euro per 3 piatti di pasta

Tornati nel gruppo, poi, sembra che anche lì le cose non andassero meglio. La comitiva di turisti era composta da sette persone: i quattro ragazzi che hanno pranzato nell’osteria incriminata, più altri tre che hanno scelto un altro ristorante dove hanno speso 350 euro per tre piatti di pasta al pesce.

Tutti, quindi, chi più e chi meno, si sono sentiti truffati. Hanno raccontato alla guida che li accompagnava i trattamenti subiti e hanno scelto di lasciare la città, arrabbiati, e di riprendere il treno per tornare a casa. Pare, poi, che una volta raggiunta la propria città abbiano deciso di recarsi in Questura, a Bologna, per presentare denuncia.

Solo che l’episodio non si è chiuso qui, anzi! A questo punto, infatti, la stessa guida ha pensato che non aveva senso tacere la cosa, e a quanto pare avrebbe deciso di denunciare l’accaduto, informando dei fatti il Gruppo 25 Aprile.

È da loro, dunque, per mano del portavoce Marco Gasparinetti, che la notizia è stata divulgata. È stato lui a raccontare i fatti, a denunciare l’accaduto, a chiedere ragione di un episodio che potrebbe avere dell’incredibile se non fosse che non si tratta del primo caso in città.

Venezia

A novembre un conto di 560 euro

In un’altra occasione, infatti, solo qualche mese fa e sempre a Venezia, era scoppiato un caso simile. L’episodio ha alcuni tratti in comune con questo, solo che in quel caso era stato protagonista un ragazzo che vive in Gran Bretagna, Luke Tang, che aveva scritto al sindaco Luigi Brugnaro.

Lui e la sua famiglia avevano pranzato in un locale, anche questo in prossimità di Piazza San Marco. Nonostante non avessero ordinato alcuni piatti, questi gli sono stati comunque recapitati al tavolo e loro li hanno gustati e finiti: si trattava però di pietanze prelibate, di cibi costosi, ostriche crude, tre porzioni di pesce e molluschi alla griglia, tra cui anche dell’astice.

Luke Tang sosteneva che lo chef, approfittando del fatto che loro non capissero l’italiano avrebbe giocato su questo per propinargli in maniera non leale ciò che costava di più, dal suo canto, però, lo stesso chef ribatteva docendo che avevano spazzolato tutto e che non potevano non sapere cosa stessero mangiando ma, soprattutto, quale costo avesse.

A questo proposito il Sindaco aveva definiti pezzenti i turisti, visto che avevano denunciato il fatto solo dopo aver mangiato tutto, senza, pare, lamentarsi sul luogo stesso in cui il pranzo era stato consumato. Due casi diversi, quindi, se non fosse per il conto salato che tutti i turisti hanno dovuto pagare.

Per ciò che riguarda il gruppo di studenti giapponesi, però, sentito il proprietario del ristorante che avrebbe dichiarato di non aver avuto nessun problema con nessun conto, si aspettano gli esiti della denuncia. Fatto sta, comunque, che il suo locale ha recensioni fino a questo momento davvero pessime: l’83 per cento dei clienti lo boccia, mostrando scontrini con prezzi non giustificabili.