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Venezia, maestra licenziata: scriveva scuola con la "q"

Venezia

Maestra di una scuola elementare di Santa Maria di Sala (VE), è licenziata per aver scritto scuola con la "q".

Santa Maria di Sala, Venezia: una maestra è stata licenziata per aver scritto la parola scuola” con la lettera “q. A segnalare l’inadeguatezza del caso i genitori dei piccoli alunni della scuola elementare del paese veneto. Oltre a questa enorme svista grammaticale, ripetuti episodi di strafalcioni grammaticali e doppie sbagliate nelle parole. I genitori dei piccoli erano arrivati al punto di non mandare i figli a scuola per protesta. Alla fine la scuola ha dovuto prendere la drastica decisione di licenziare la donna.

La maestra del paesino in provincia di Venezia non era rimasta a guardare. Aveva infatti fatto ricorso al Tribunale del Lavoro contro il procedimento di licenziamento e contemporaneamente aveva fatto richiesta di trasferimento.

Venezia, Maestra licenziata

Malauguratamente per la maestra, i giudici del Tribunale hanno dato ragione alla dirigente scolastica. La motivazione ufficiale allegata al licenziamento recita: licenziata per “asserita incapacità didattica“. La donna, sperava invece di essere reintegrata o assegnata ad altre mansioni o trasferita presso altri istituti. La vicenda giudiziaria era iniziata a cavallo tra il 2015 e il 2016, presso la scuola elementare “Papa Sarto” di Veternigo.

Gli episodi si erano moltiplicati dall’inizio dell’anno scolastico, fino a quando la maestra non era stata sospesa dalla dirigente scolastica. I genitori erano particolarmente scontenti della donna e preoccupati per l’educazione dei figli. Lamentavano particolarmente il fatto che i bambini fossero convinti che le vocali fondamentali fossero quattro anziché cinque! La maestra era stata sospesa dopo le vacanze di Natale e infine licenziata alla vigilia delle vacanze pasquali. Il genitori degli alunni (39 bambini distribuiti in due classi) erano fortemente preoccupati. Erano persino giunti a togliere dalla scuola i figli per protesta. Per verificare la veridicità dei fatti di cui la donna era accusata erano persino giunti i carabinieri in classe. Dopo il licenziamento comunque c’era ancora la possibilità formale di fare ricorso. Ricorso che oggi è stato rigettato e che ha confermato il licenziamento della donna per la sua inadeguatezza a un lavoro così delicato.

Un lavoro delicato

Insegnare è un lavoro incredibilmente delicato e difficile in certe condizioni. Una vera e propria missione a cui bisogna essere portati. Implica infatti un contatto profondo tra le parti chiamate in causa nel processo di insegnamento e alcune volte può risultare più difficile del normale, poiché non sempre ci sono tutte le condizioni ottimali per svolgere questo lavoro. Condizioni che sono dettate sia dalle indicazioni ministeriali, sia dall’ambiente socio-economico da cui provengono i bambini che dal sostegno ricevuto dalla scuola durante il servizio.

In questo specifico caso accaduto vicino Venezia, la gravità sta nel fatto che la maestra non ha tenuto completamente conto della sua delicata posizione e dell’eventuale danno collaterale che avrebbe potuto provocare nei suoi piccoli alunni. Fare l’insegnante è un lavoro tanto bello quanto incredibilmente difficile e delicato: non si salvano vite, ma si entra nelle vite dei piccoli.