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Villa Pastore e le anime in pena dei bambini

Villa Pastore e le anime in pena dei bambini

Questa è la storia di Villa Pastore, sita in Piemonte, nella zona collinare di Valenza, in provincia di Alessandria, costruita tra il 1835 ed il 1845 per volere dell'Ingegnere Pietro Antonio Pastore, che dopo la sua morte, lasciò la villa in eredità alla sua famiglia, generazione dopo generazione...

Questa è la storia di Villa Pastore, sita in Piemonte, nella zona collinare di Valenza, in provincia di Alessandria, costruita tra il 1835 ed il 1845 per volere dell’Ingegnere Pietro Antonio Pastore, che dopo la sua morte, lasciò la villa in eredità alla sua famiglia, generazione dopo generazione, fino alla metà del secolo scorso, quando venduta a degli estranei, la villa fu presto abbandonata.

Sorprendente sia all’interno che all’esterno, Villa Pastore era dotata sia di un tunnel sotteraneo che di un pozzo, probabilmente utilizzato come dispensa. Composta da due abitazioni distinte, la prima era riservata ai proprietari e la seconda al personale, dotata oltretutto anche di un fienile, una stalla ed una chiesa.

Il 7 Luglio del 1873, la prima di una serie di disgrazie si abbatte su Villa Pastore. Elisa, figlia di uno dei due Pastori, muore a soli due anni di tubercolosi. La famiglia, come si può ben immaginare, fu distrutta dal dolore e fece erigere per la piccola un obelisco con su scritto: “Alla memoria di Elisa Pastore fanciulletta bienne vispa ed amorosa spenta in questa villa da febbre miliare nel di I° Luglio 1873 i genitori desolati”.

Da questo momento ha inizio la leggenda. La piccola fu infatti sepolta nel giardino della villa e si narra che, in un tempo imprecisato, una bambina raggiunse la collina in uno stato di trance, svegliandosi all’improvviso di fronte l’obelisco della piccola Elisa. Sembrerebbe che il suo fantasma avesse condotto la bimba in quel posto. Secondo la leggenda, al suo risveglio, la piccola rimase ammutolita dallo spavento al punto da non proferire mai più una sola parola per tutta la sua vita.

Ma questa è solo una leggenda. Il caso infatti vuole che la piccola Elisa non sia potuta essere stata sepolta sotto l’obelisco e nemmeno nelle vicinanze della Villa, poiché un editto di Napoleone, l’Editto di Sant Cloud del 12 Giugno 1804, vietava la tumulazione dentro le mura della città, dando vita alle prime regole secondo cui i cimiteri devono nascere in luoghi isolati, freschi e arieggiati.

Il luogo della sepoltura è comunque ancora oggi un mistero.

Ad ogni modo, questa non fu l’unica disgrazia che si abbattè sulla famiglia Pastore, poiché Giovanni, figlio di un altro componente della famiglia, morì a soli 13 anni sotto il crollo di una torretta della casa mentre suonava il pianoforte.

Alcune voci asserivano che la tumulazione di Giovanni fosse avvenuta nei sotterranei di Villa Pastore, ma in realtà la sua lapide, visibile a tutti, giace nel cimitero di Valenza.

A causa delle due disgrazie, cominciarono a girare le voci secondo cui la Villa fosse maledetta.

Un’altra leggenda, infatti, narra di nuovi proprietari che, nel 1980, avviarono i lavori di ristrutturazione della villa. Ebbene, due operai morirono per il crollo di un’impalcatura.

In realtà, anche questa è una leggenda. Sembrerebbe infatti che i lavori di ristrutturazione fossero troppo elevati e che i proprietari non diedero mai inizio ai lavori di ristrutturazione. Dunque, nessun operaio è mai morto per il crollo di un’impalcatura in quella villa.

Le leggende comunque non finiscono qui. Sebbene per ogni leggenda ci sia una smentita, alcuni abitanti del posto affermano di aver visto o sentito qualcosa, come il suono di un pianoforte a notte fonda, o fantasmi di due bambini che giocano nella villa o al suo interno.