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Milano: sullo scontrino "caffè espresso, macchiato caldo per i ricchioni"

scontrino

In un ristorante della Rinascente è stato rilasciato uno scontrino con su scritto "caffè espresso, macchiato caldo per i ricchioni"

Il pranzo davanti al Duomo

Il racconto di questo increscioso episodio viene fatto in prima persona dai quattro ragazzi che hanno vissuto il momento. Si tratta, infatti, di quattro ragazzi omosessuali che sono andati a pranzare in un locale dove si servono mozzarelle che si trova al settimo piano della Rinascente, a Milano, proprio davanti al Duomo. Un locale esclusivo, in un posto molto centrale. I ragazzi hanno ordinato il pranzo a base di mozzarelle e, da buona tradizione italiana, anche il caffè finale. Essendo un locale situato in una zona importante si aspettavano sicuramente di trovare un conto pesante stampato sullo scontrino, ma i soldi da spendere non sono stati la cosa peggiore. Nell’elenco degli ordini scritto sullo scontrino si poteva leggere a chiare lettere “Caffè espresso, macchiato caldo per i ricchioni.

La reazione

I quattro ragazzi si sono sentiti ovviamente feriti, la parola “ricchione” aveva certamente una connotazione negativa, perciò hanno chiamato un cameriere per mostrargli lo scontrino e chiedergli conto di quanto comparisse scritto. A quel punto si è aperta la catena dello scaricabarile: viene chiamata la responsabile, che a sua volta porta i quattro clienti direttamente dal direttore. Ovviamente il direttore ha cercato di dare le sue scuse più sentite, promettendo che una cosa simile sarebbe stata punita a dovere. I ragazzi a quel punto hanno chiesto di parlare proprio con il cameriere che ha fatto il loro conto e ha scritto il loro scontrino. Il cameriere, apparentemente mortificato ha risposto loro “Scusate, non volevo“.

Integrazione o modernità

La faccenda si è conclusa per i quattro ragazzi omosessuali con le scuse del direttore e del cameriere che ha fatto lo scontrino e con il conto già saldato. Ma l’episodio fa riflettere comunque. Per tutte le minoranze si parla di “integrazione” e “tolleranza”, quando queste dovrebbero essere parole superate già da tempo. Dover fare della integrazione implica che esistano ancora dei gruppi separati, quando ormai dovrebbe essere chiaro che non si può parlare di bianchi o neri, di etero o omosessuali: siamo tutti esseri umani e non possono esistere discriminazioni di nessun tipo. Come osserva anche uno dei protagonisti della vicendaLa questione, infatti, non è tanto quello che il cameriere possa pensare o dire sghignazzando con i colleghi in cucina […] ma è la leggerezza di averlo scritto che va punita.” Come se al cameriere fosse concesso trattare male quel particolare gruppo di clienti perché appartenenti a una categoria inferiore. Chissà se quel cameriere ha mai scritto su un altro scontrino altri insulti per persone appartenenti ad altre categorie.

(Altre notizie ben più tragiche vengono da Milano: “Bimba molestata in un portone: è caccia al pedofilo“)