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NASA: svelata la scoperta che tutti aspettavano

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La Nasa ha appena diramato un comunicato molto importante su nuove scoperte scientifiche che hanno dell'incredibile. Ecco cosa hanno detto. In circolazione girano una quantità infinita di film sui mondi paralleli e “extraterrestri”, i fan discutono da anni su cosa possa essere vero e cosa no. ...

La Nasa ha appena diramato un comunicato molto importante su nuove scoperte scientifiche che hanno dell’incredibile. Ecco cosa hanno detto.

In circolazione girano una quantità infinita di film sui mondi paralleli e “extraterrestri”, i fan discutono da anni su cosa possa essere vero e cosa no.

E se vi dicessismo che hanno ragione i primi? La NASA, infatti, ha appena diramato un comunicato nel quale annuncia che alcuni astronomi hanno trovato un nuovo sistema, formato da sette pianeti molto vicini a noi, anzi simili alla Terra stessa! Si trovano a 40 anni luce di distanza: i pianeti sono stati “visti” dal VLT (Very Large Telescope) di propietà dell’ESO (European Southern Observatory).

Gli astronomi si sono accorti del passaggio perchè stavano già osservando la loro stella madre, TRAPPIST-1: tre di questi potrebbero ospitare oceani d’acqua in superficie. Tradotto: ci sono ampie possibilità che siano abitabili (o abitati?).

Il sistema in questione è il più grande somigliante alla Terra.

Ma ora andiamo ad approfondire alcuni dettagli di questa scoperta incredibile.

Innanzitutto i telescopi che sono stati utilizzati si trovano in alcune località non vicinissime tra loro, il che ha aiutato ad avere una visione più ampia del cielo. I più importanti sono 3, eccoli: il primo è a La Silla (Cile) e si chiama TRAPPIST-South; il secondo si trova è il VLT di cui sopra (Paranal) e l’ultimo è lo Spritzer della NASA.

I pianeti sono stati chiamati TRAPPIST-1b, c, d, e, f, g e h. Assomigliano ai nani di Biancaneve, anche perchè sono uno più piccolo dell’altro e hanno caratteristiche diverse.

A questo punto vien da chiedersi come abbiano fatto gli astronomi ad accorgersi della loro presenza. Ecco una breve spiegazione.

I telescopi di nuova generazione sono in grado di captare le emissioni di luce della stella che stanno osservando: se un altro oggetto vi passa davanti, l’intensità della luce varia facendo sì che gli astronomi e i tecnici comincino ad indagare. Questi fenomeni sono chiamati “transiti”.

Secondo gli autori Michael Gillon (Istituto STAR di Liegi) e Amary Triaud sono entusiasti della scoperta fatta, anche per via della dimensione dei pianeti.

Inoltre, spiegano dove si trova TRAPPIST-1, ovvero nella costellazione dell’Aquario. La sua massa è pari all’8% di quella del Sole (poco più grande di Giove) e appare molto debole. Gli astronomi sono convinti che ci possano essere altri sistemi simili a quello appena scoperto e hanno dichiarato che la “caccia” non è conclusa.

Il loro lavoro, però, non è ancora finito. Hanno analizzato, sempre grazie ai dati forniti dai telescopi di cui sopra, anche la densità dei pianti stessi che risulta essere rocciosa. Le orbite, inoltre, sono moto più grandi delle lune di Galileo (scoperte nel 1610) ma più piccole di quelle di Mercurio.

L’energia che arriva da TRAPPIST-1c, d e f risultano essere simili a quelle di Venere, Terra e Marte rispettivamente.

Anche Emmanuël Jehin, sempre di Liegi, si è espresso sull’argomento dicendosi contentissimo per questa scoperta in quanto in futuro ci sarà la possibilità di lavorare con telescopi come l’ELT (Extreme Large Telescope) e il James Webb (NASA/ESA/CSA). L’astronomo lavora in una missione volta a cercare l’acqua sia all’interno che all’esterno del sistema solare.