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Sondrio: è record di bidelli e tecnici con la legge 104

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Sondrio vince. Ebbene si, la città lombarda si posiziona sul podio con il 33,71 % del personale Ata che usufruisce della legge 104.

Sondrio vince il premio della classifica italiana degli utilizzatori della legge 104. Ebbene si, la città lombarda si posiziona sul podio con il 33,71 % del personale Ata che usufruisce della legge 104. Il numero è altissimo, soprattutto se lo si paragona con la percentuale di Belluno che è dell’8,95%. La domanda sorge spontanea, com’è possibile che due città neanche troppo lontane abbiano dei dati così discordanti? I sindacati a questo proposito si pronunciano e dichiarano che il diritto alla legge 104 è sacrosanto, ma che non smetteranno di verificare i potenziali abusi.

Il record

Sondrio conquista il record degli utilizzatori della legge 104. Il personale Ata delle scuole della provincia, cioè tutti gli assistenti amministrativi i bidelli e i tecnici di laboratorio, per il 34% usufruiscono della legge 104. La città veneta di Belluno invece, secondo i calcoli di questa statistica, si troverebbe all’ultimo posto. La percentuale del personale Ata delle scuole che usufruisce della legge è pari al 9%. I dati fanno scaturire una domanda spontanea. Com’è possibile che due città distanti l’una dall’altra di appena 400km possiedano dei dati cosi diversi? Il timore dei sindacati è l’abuso di questa concessione che permette la legge 104. Si sospetta che qualcuno abbia deciso di farne un uso eccessivo e non giustificato. I sindacati comunicano la loro volontà di approfondire e verificare se ci fossero casi di abusi.

La legge 104

La legge 104 divenne attiva il 5 febbraio del 1992. La riforma è più nota come “legge 104/92” e permette l’assistenza, l’integrazione sociale e i diritti delle persone disabili. I principali soggetti per cui è stata fatta la legge sono principalmente i disabili, ma non vengono escluse neanche tutte le persone che abitano con loro. I presupposti per cui una persona disabile riesca ad integrarsi nella società sono infatti riposti sull’assistenza che i familiari danno alla persona disabile. Per cui è fondamentale garantire un sostegno alle famiglie. Il supporto da parte dello Stato avviene attraverso servizi di aiuto personale o familiare, anche attraverso un aiuto psicologico, psicopedagogico e tecnico. La stessa legge permette anche agli studenti disabili di partecipare all’interno delle classi con studenti normodotati. In questo caso specifico, il personale Ata, ha il permesso di assentarsi qualche giorno al mese. Il tutto per garantire l’assistenza al proprio familiare affetto da gravi patologie o da disabilità seria.

Conseguenze

Il fatto che un numero del personale Ata debba prendersi il permesso per assistere il familiare disabile porta delle complicanze sul posto di lavoro. Il capo dell’Associazione Nazionale dei presidi, Giorgio Rembado si pronuncia in modo un pò polemico. Dichiara infatti che la richiesta dei lavoratori di assistere il parente disabile è sacrosanta, ma allo stesso tempo, per le strutture scolastiche rinunciare ad alcune unità di personale è una ardua impresa. Gli insegnanti, dice, sono facilmente sostituibili, mentre per quanto riguarda il personale Ata è più complicato. Chiunque si assenta lascia il suo lavoro al personale che rimane sul luogo lavorativo. Perciò il lavoro per gli altri colleghi si raddoppia e la qualità del servizio si riduce.