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Squadre di calcio europee con proprietari stranieri

proprietari stranieri

Il calcio è sempre più un affare internazionale. Gli investimenti provenienti da capitali stranieri sono sempre più frequenti, in Italia e all'estero. Ecco i club di proprietà straniera.

Una realtà in rapida espansione, quella dei grandi proprietari stranieri nel calcio italiano. Qualche aspirante investitore proveniente da oltreconfine si è affacciato non solo in serie A, ma anche nelle serie minori. Qualcuno ricorda, ad esempio, il rampante texano Tim Barton, vicino, qualche anno fa, all’acquisto del Bari? Mentre qui nel Belpaese Milan e Inter sono ormai di proprietà cinese, la Roma di James Pallotta parla americano e il Bologna del magnate Joey Saputo guarda al Canada, com’è la situazione nei campionati stranieri? Diamo un’occhiata alle squadre di proprietà straniera nel resto d’Europa.

Club europei con proprietari stranieri

L’Italia non è il solo paese in cui gruppi finanziari stranieri stanno provando a investire nel calcio. Gli stessi italiani fanno spesso spesa all’estero. Ne sa qualcosa la famiglia Pozzo che, all’Udinese, ha affiancato per anni il Granada nella Liga spagnola e il Watford in Inghilterra. Quest’ultimo portato fino alla Premier League e affidato a un tecnico italiano di buon pedigree come Walter Mazzarri. Ultimamente i Pozzo hanno, però, venduto il Granada passato a sua volta a una cordata cinese (meno facoltosa di quelle milanesi).

Gli investitori italiani

Lo stesso Massimo Cellino, per anni padre-padrone del Cagliari con qualche ombra sul curriculum sportivo, ha preferito cedere la società della sua terra per concentrarsi sulla sua più recente proprietà, il Leeds. L’intento è quello di riportarlo nella massima serie inglese: intento per ora frustrato da scelte quantomeno bizzarre di gestione tecnica. Ancora peggio è andata finora a Francesco Becchetti e al suo Leyton Orient. La squadra continua a navigare a vista in League One – terza divisione inglese -. E anche il reality televisivo organizzato intorno al suo team è stato un mezzo flop. Infine c’è Gabriele Volpi. Ex pallanuotista e proprietario della Pro Recco (che nella pallanuoto maschile è il corrispettivo del Real Madrid nel calcio) e dello Spezia Calcio, ma soprattutto investitore nel comparto petrolifero. Grazie a lui, sono giunti allo Spezia i giovani Nura e Sadiq, oggi di proprietà della Roma. Ma Volpi ha interessi anche in Croazia. Ha acquistato anche il Rijeka, società di un certo prestigio cui sta per regalare un nuovo stadio ultramoderno. Il progetto è dello studio romano dell’architetto Zavanella, colui che ha realizzato lo Juventus Stadium.

Proprietari stranieri in Inghilterra

E negli altri paesi cosa succede? Una rapida occhiata al calcio inglese ci dice che su 92 club professionistici (20 in Premier League, 24 ciascuno per Championship, League One e League Two), ben 36 sono di proprietà straniera, totale o in compartecipazione. Quindici di questi sono in Premier League, e sono i maggiori responsabili dell’aumento vertiginoso degli investimenti. Si va dal prodigioso Leicester – proprietà thailandese – al Manchester United della famiglia americana Glazer. Dal superfacoltoso Manchester City dello sceicco arabo Mansour bin Zayed Al Nahyan, al Chelsea russo del bon vivant Roman Abramovič. Altri, come l’Arsenal, hanno nebulose proprietà russo-americane. Scorrendo la lista, troviamo molti investitori asiatici (dalla Giordania a Singapore, Thailandia e Malesia), ma anche svizzeri, belgi, finlandesi.

Club stranieri Oltralpe

Detto che la Federcalcio tedesca, forte della propria autosufficienza e orgogliosa della propria “verginità”, non ammette proprietà straniere, fra i grandi campionati europei rimangono i casi Francia e Spagna. Oltralpe domina il Paris Saint Germain a trazione qatariota. Il presidente è l’ex promessa del tennis Nasser Ghanim Al-Khelaïfi. È lui uno dei “grandi elettori” capaci di dirottare il Mondiale 2022 nel piccolo paese del Golfo Persico. Il Monaco appartiene, invece, all’imprenditore russo Dmitrij Rybolovlev. Dopo una partenza sfavillante (gli acquisti di Radamel Falcao e James Rodríguez), ha dovuto ridimensionare in corsa il piano industriale, complice un divorzio sanguinoso che ha dimezzato le ricchezze del magnate. Lontanissimo dalle smanie di grandeur, invece, l’azero Hafiz Mammadov, proprietario del Lens. Si attendono ancora le prime mosse della nuova proprietà americana dell’Olympique de Marseille, che ha recentemente ingaggiato l’ex romanista Rudi Garcia.

Proprietà straniere in Spagna

In territorio iberico la situazione è ancora più nebulosa. Da tenere in considerazione, infatti, c’è la possibilità dell’azionato popolare delle maggiori società, come Barcellona e Real Madrid. Tuttavia, oltre al già citato Granada dei Pozzo, occorre ricordare il già ridimensionato Málaga di un investitore del Qatar e il Valencia di proprietà di un magnate di Singapore. Proviamo, infine, a dare un’occhiata oltre quella che una volta si trovava al di là della cortina di ferro. Chi sono i proprietari stranieri nell’Europa dell’est?

La situazione nel resto d’Europa

I campionati dei paesi dell’Est Europa sono un’ottima fonte di business. Bassi costi di gestione e vivai floridi che sfornano ogni anno giovani calciatori di talento pronti a essere rivenduti a peso d’oro. Così, oltre al già citato Rijeka di Volpi, molti altri club europei sono stati concupiti da investitori stranieri. Il terreno di caccia preferito è l’Ungheria. Il Ferencváros è proprietà dell’inglese Kevin McCabe, i rivali storici dello Újpest appartengono alla famiglia belga Duchâtelet (con proprietà anche in Belgio, Inghilterra, Spagna e Germania). La Honvéd che fu di Ferenc Puskás, ha oggi come presidente l’americano George F. Hemingway. In Slovacchia, il Trenčín, che lanciò in orbita un certo Edin Džeko, è oggi di proprietà dell’ex calciatore e oggi imprenditore olandese di origini asiatiche, Tschen La Ling. Persino il piccolo campionato bosniaco vanta una squadra di proprietà straniera. L’FK Sarajevo è infatti da un paio d’anni proprietà del malese Vincent Tan.