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Venafiorita Olbia: aeroporto abbandonato in Sardegna

Venafiorita Olbia

Oggi, per arrivare nella celebre subregione storica e turistica della Gallura, in Sardegna, bisogna atterrare al super-efficiente e tecnologico Aeroporto Olbia Costa Smeralda, ma prima, ce n’era in funzione un altro, oggi abbandonato: l’Aeroporto Venafiorita Olbia, sulla strada per il comune di ...

Oggi, per arrivare nella celebre subregione storica e turistica della Gallura, in Sardegna, bisogna atterrare al super-efficiente e tecnologico Aeroporto Olbia Costa Smeralda, ma prima, ce n’era in funzione un altro, oggi abbandonato: l’Aeroporto Venafiorita Olbia, sulla strada per il comune di Loiri Porto San Paolo, in provincia di Sassari, e ora visibile dalla superstrada SS131 D.C.N.

Dista solo due chilometri dallo scalo attuale e nonostante ciò che il nome suggerisce, è stato costruito in una zona paludosa. Era un aeroporto militare, utilizzato più che altro come scalo di rifornimento, dopo la Seconda Guerra Mondiale – nel mentre, una squadriglia dell’aviazione tedesca vi aveva costituito la propria base, che sarebbe stata bombardata dagli Alleati –.

I primi voli cominciarono a partire dall’immediato Dopoguerra fino al 1954, in un periodo in cui la compagnia di bandiera, l’Alitalia dovette chiudere perché – ebbene sì – mancavano i passeggeri –.

Il 1° aprile 1964 atterrarono due bimotori a pistoni Beechcraft C-45 da otto posti: era nata la compagnia Alisarda, poi Meridiana, la compagnia “ufficiale” dell’isola, fondata il 29 marzo 1963 da Karīm al-Husaynī meglio noto come Imam Aga Khan IV – figlio di quell’Aga Khan che in prime nozze aveva sposato la diva di Hollywood Rita Hayworth – e titolare di un considerevole patrimonio immobiliare.

Lo stesso Aga Khan, che era deciso a fare della Costa Smeralda un business turistico, e i giornali, raccontavano che in quel periodo l’area circostante era molto arretrato: si atterrava “tra la polvere sollevata dalle pecore in fuga” e “in mezzo alle capre”; un motorista, invece, faceva presente che “il check-in era ospitato in una casupola, alle volte sotto un albero per riparare la gente dal Sole, giusto un tavolo in legno e quattro sedie: ci si doveva accontentare. Non c’era acqua, andavo a prenderla io da un ruscello”. L’impresa cominciò a funzionare nel 1970.

Tuttavia paradossalmente fu proprio il crescente successo di Venafiorita a decretarne la rovina e poi l’abbandono: la pista era piccola, di appena un chilometro e mezzo, e poco lontano fu costruito il moderno e più grande Aeroporto Olbia Costa Smeralda. Nel 1969 vi venne trasferita la stazione meteorologica e nel 1974 tutti i voli con nuovi e più grandi aerei.

Nel 1976, durante gli Anni di Piombo, vennero recuperate le strutture civili e qualche hangar di Venafiorita e venne creato un eliporto per il 10° Nucleo elicotteri Carabinieri, tutt’ora presente. Ma attorno c’è il degrado, in cui vengono ospitati motori clandestini ed aeromodelli nei pressi di strutture agricole come una stalla, un ovile ed una piccionaia.