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Aperta spiaggia del Tevere: ancora pochi i villeggianti

Aperta spiaggia del Tevere

Apre i battenti lido "Tiberis", ma gli animi sono poco entusiasti. La sindaca Raggi non passerà: nessuna inaugurazione ufficiale

Sono molti i turisti desiderosi di trascorrere le proprie vacanze tra gli incanti di un patrimonio storico e artistico inestimabili e dal valore ineguagliabile. Le bellezze della Capitale fanno invidia al mondo intero. Tuttavia, un’amministrazione lenta e dagli ingranaggi forse troppo poco duttili talvolta dà segni di cedimento. Sebbene sia stata rimandata l’inaugurazione ufficiale, lido “Tiberis” (la spiaggia sul lungo Tevere) ha aperto i battenti ai villeggianti nella mattinata di sabato 4 agosto 2018. Molti i romani curiosi di conoscere questa novità, tanti i turisti provenienti da tutto il mondo. le aspettative però sono state fortemente deluse.

Lido Tiberis

Delusione tra i primi visitatori che sono entrati al lido con gli operai ancora al lavoro, erba e piante finte e neanche l’ombra di uno specchio d’acqua dove potersi rinfrescare. Gli stessi villeggianti hanno tenuto a precisarlo, stizziti e poco soddisfatti, soprattutto alla luce del caldo torrido degli ultimi giorni.

Appena una quindicina di persone hanno deciso di presentarsi nella prima mattinata d’apertura. Tra loro, molti addetti ai lavori, come il Direttore generale del Comune Franco Giampaoletti, il presidente della Commissione Ambiente Pierluigi Diaco con le rispettive famiglie. La sindaca Raggi, salvo cambi di programma, non passerà: nessuna inaugurazione ufficiale.

Gli operai stanno finendo di montare un gazebo. Il caldo non dà tregua. Qualcuno comincia a rinfrescarsi con le docce messe a disposizione sulla spiaggia: sono l’unico refrigerio offerto. E un signore di passaggio ha commentato: “Qui l’unico modo per rinfrescarsi è buttarsi nel Tevere”. Non ci sono piscine, vasche per idromassaggi. Solo docce, per sciacquarsi al volo, magari dopo una partita di beach volley sotto il caldo sole di Roma.

Aperta spiaggia del Tevere

Il commento della Raggi

La sindaca grillina ha detto: “Come avviene a Parigi e in altre capitali europee, anche a Roma si potrà prendere il sole sulle rive del fiume”.

La spiaggia sarà aperta ai bagnanti dalle otto di mattina alle otto di sera, “fino a settembre”, ha ricordato la sindaca che però non visiterà il tanto atteso lido. I vigili urbani saranno di guardia per assicurarsi che i rom appena sgomberati da sotto il ponte non tornino. Magari approfittando del restyling pagato dal Comune. Non mancano querce da sughero, bambù, ulivi, alloro e palme nane. Ci sono inoltre due campetti con erba sintetica in cui praticare un po’ di attività sportiva.

Arriva “Spelacchia”

Dopo la magia del Natale rovinata dall’albero “Spelacchio” (come era stato soprannominato dai cittadini romani), nella Capitale è arrivata “Spelacchia”, la spiaggia sul Tevere che rimane deserta.

Aperta spiaggia del Tevere

Spelacchio è ormai noto per essere l’albero di Natale più triste della terra. Il caso è deflagrato sulla stampa internazionale, pronto ad essere dato in pasto alla pubblica opinione globale. Nel mirino del tritacarne mediatico internazionale adesso potrà finire anche lido Tiberis, già soprannominato “Spelacchia”.

Presto sarà sulla bocca di tutti non solo perché è proprio quella l’area dove negli anni Settanta è stata girata la storica partita scapoli-ammogliati, scena cult del primo film di Paolo Villaggio. Ma anche perché nel primo giorno di apertura i villeggianti si contavano sulle dita delle mani. Erano tutti spiaggiati sui lettini e sui due campi da beach volley sotto il sole cocente. Non è mancato lo sguardo vigile del direttore generale del Comune, Franco Giampoletti. L’inaugurazione però è stata disertata dalla sindaca M5s Virginia Raggi. La scusa ufficiale è stata offerta dal maltempo: inaugurazione rinviata per “condizioni meteo avverse”, recitava sin da venerdì una nota del Campidoglio.

Subito la spiaggia è stata ribattezzata dai romani come la versione estiva di Spelacchio, il vituperato albero di Natale di piazza Venezia. Nessuna piscina. Neanche una bagnarola per rinfrescarsi. Soltanto otto docce allestite nelle strutture in lamiera di solito appositamente predisposte per i bagni chimici. E poi una ventina di ombrelloni e quaranta lettini, tavoli e sedie di plastica qua e là, bagni e spogliatoi. Il bar ancora non c’è, così come la piscina. Forse saranno delle novità previste per il prossimo anno. Per ora se si vuole bere o mangiare qualcosa ci si deve accontentare delle merendine o delle bibite dei distributori automatici.