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Insegnante in pensione condannato a morte in Arabia Saudita per aver scritto cinque tweet

Arabia saudita docente condannato a morte

In Arabia Saudita, un docente in pensione è stato condannato a morte per cinque tweet apparsi online. I dettagli.

Un docente in pensione è stato condannato alla pena di morte per aver scritto cinque tweet in cui criticava corruzione e abusi dei diritti umani: l’assurda sentenza è stata emanata in Arabia Saudita.

Arabia saudita, docente condannato a morte per 5 tweet

L’insegnante è finito nel mirino delle autorità saudite per alcuni commenti postati online. A denunciare quanto accaduto all’uomo, condannato alla pena di morte, sono stati il fratello e Human Rights Watch. Il caso è stato poi ripreso dalla CNN.

Il protagonista della vicenda è Muhammad al-Ghamdi, insegnante saudita in pensione di 54 anni, che è stato condannato “dopo cinque tweet in cui criticava la corruzione e gli abusi dei diritti umani”. A scriverlo una settimana fa su X (ex Twitter) è stato il fratello del 54enne Saeed bin Nasser al-Ghamdi che vive in esilio volontario nel Regno Unito date le sue posizioni estremamente critiche nei confronti di Riad. “Le autorità saudite mi hanno chiesto varie volte di tornare in Arabia Saudita, ma mi sono rifiutato. È molto probabile che questa condanna alla pena di morte inflitta a mio fratello sia una rappresaglia per la mia attività”, ha detto Saeed.

Le accuse e la condanna

Stando a quanto riferito da Human Rights Watch, il docente in pensione è stato arrestato lo scorso anno mentre nel mese di luglio è stato condannato “sulla base dell’articolo 30 della legge antiterrorismo” in vigore nella monarchia del Golfo per “aver ‘descritto il re o il principe ereditario in un modo che compromette religione o giustizia”.

Contro il 54enne ci sarebbero anche “l’articolo 34, ‘sostegno a un’ideologia terroristica’, l’articolo 43, ‘comunicazione con un’entità terroristica’ e il 44, pubblicazione di notizie false ‘con l’intenzione di commettere un reato di terrorismo’”.

Intervenendo sulla vicenda, Joey Shea di Human Right Watch ha dichiarato: “In Arabia Saudita la repressione ha raggiunto un livello terrificante a tal punto che un tribunale può decidere una condanna alla pena di morte per niente altro che pacifici tweet”.

Alla luce dei dati diffusi dalla European Saudi Organization for Human Rights, sono almeno 92 le condanne a morte eseguite in Arabia Saudita.