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Blanco indagato per la distruzione dei fiori a Sanremo: cosa rischia per l’accusa di danneggiamento

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Cosa rischia Blanco dopo essere accusato di danneggiamento per la distruzione dei fiori al Festival di Sanremo?

Per la Procura di Imperia, Blanco è indagato con l’accusa di danneggiamento per aver distrutto i fiori di Sanremo durante la prima serata della kermesse dedicata alla musica italiana: cosa rischia il cantante?

Blanco indagato per la distruzione dei fiori a Sanremo: cosa rischia per l’accusa di danneggiamento?

Nella mattinata di giovedì 16 febbraio, la Procura di Imperia ha reso noto che Blanco è indagato con l’accusa di danneggiamento. La decisione è scaturita a seguito della distruzione dei fiori alla quale l’Italia ha assistito in diretta nazionale sul palco dell’Ariston durante la prima serata della 73esima edizione del Festival di Sanremo.

Per quanto riguarda l’accusa di danneggiamento, il reato è previsto all’articolo 635b del Codice Penale e, di conseguenza, il caso finirà in tribunale. Cosa rischia, quindi, il cantante per la “bravata”? Nel caso in cui dovesse essere condannato, Blanco potrebbe dover scontare fino a cinque anni di reclusione. “Chiunque distrugge, disperde, deteriora o rende, in tutto o in parte, inservibili cose mobili o immobili altrui in occasione di manifestazioni che si svolgono in luogo pubblico o aperto al pubblico è punito con la reclusione da uno a cinque anni”, secondo quanto prevede l’articolo 635bis.

“Da uno a cinque anni di reclusione”, la spiegazione di Roberta Bruzzone

Il gesto di cui si è macchiato Blanco è “oggetto di indagine da parte della magistratura”. Lo ha confermato la criminologa Roberta Bruzzone in occasione della sua partecipazione a La Vita in Diretta durante la puntata andata in onda nel pomeriggio di giovedì 16 febbraio.

Alla domanda su cosa rischi il cantante fatta dal conduttore Alberto Matano, la Bruzzone ha risposto: “Da uno a cinque anni di reclusione. Se la procura deciderà di procedere quindi di formalizzare l’imputazione e di rinviarlo a giudizio, il giudice può condannarlo a scontare da uno a cinque anni di reclusione”.

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