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Borrelli finanziò Perotti, il produttore del killer di Villa Pamphili, con ben 8 fondi selettivi: l'ipotesi

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Otto progetti finanziati, nessun film realizzato. E il Ministero tace. Redazione Investigativa

ROMA 6 agosto 2025 – Otto fondi selettivi concessi, zero opere realizzate. Un totale di oltre 4,2 milioni di euro di fondi pubblici distribuiti tra tax credit e fondi speciali selettivi. Una sola società beneficiaria: Coevolutions Srl, controllata al 100% da Marco Perotti, produttore esecutivo del film Stelle della notte, collegato all’autore dell’omicidio di Villa Pamphili, noto con il nome d’arte “Relax Ford”.

Una coincidenza? Oppure qualcosa di molto più sistemico?

Cosa sono i fondi selettivi

I fondi selettivi non sono semplici incentivi automatici. Sono strumenti discrezionali che il Ministero della Cultura (MiC) assegna tramite un Comitato di esperti per sostenere opere ritenute di eccezionale valore culturale e artistico, da parte di produttori capaci di dare vita a progetti meritevoli. In teoria.

Eppure, nella pratica, qualcosa non torna.

I numeri di Perotti: una valanga di soldi pubblici

Tra il 20 aprile 2022 e il 30 luglio 2024, la Coevolutions Srl ha ottenuto:
• 5 tax credit per film mai distribuiti (The Painter Cat, Forza, Millions of cards, Il discepolo, Stelle della notte);
• 8 contributi selettivi, di cui nessuno ha portato alla realizzazione effettiva di un’opera audiovisiva.

L’unico film effettivamente prodotto dalla società è Regine di quadri, un documentario di Anna Testa, che ha ricevuto anch’esso un contributo, ma non selettivo.

Il totale? Oltre 4.240.000 euro di fondi statali.

Chi è Marco Perotti?

Secondo fonti accreditate del settore – tra cui l’avvocato Lo Foco, membro del Consiglio Superiore del Cinema, e consulenti fiscali specializzati nel tax credit cinematografico – Marco Perotti non risulterebbe avere né il curriculum né la credibilità professionale per accedere a fondi di questo livello.

«Un produttore senza alcuna esperienza pregressa rilevante, privo di progetti conclamati, eppure sistematicamente favorito da una struttura ministeriale che avrebbe dovuto sostenere il cinema di qualità»

Otto fondi selettivi, zero film

Tra i progetti finanziati troviamo titoli come Bagamoyo – Lascia il tuo cuore, Arturo in love, Pietro Aldi, interprete del romanticismo storico, Rs-33 e Making Money. Tutti rigorosamente mai completati. Né in TV, né nei festival, né in sala.

Secondo i dati ufficiali, neppure un solo giorno di riprese effettive è stato certificato per la maggior parte di questi progetti.

Eppure, i bonifici pubblici sono stati regolarmente emessi.

Domande senza risposta

Come è stato possibile? Come ha potuto un soggetto privo di esperienza ottenere così tanti fondi selettivi, superando produttori di fama internazionale che negli stessi anni si sono visti respingere domande, pur avendo lavorato con attori del calibro di Al Pacino, John Travolta o Anthony Hopkins?

Quali criteri sono stati adottati dal Comitato per la valutazione?

E soprattutto: chi ha garantito la credibilità di Perotti all’interno degli uffici del MiC?

L’ombra lunga di Nicola Borrelli

Molti operatori del settore puntano il dito su Nicola Borrelli, fino a poco fa Direttore Generale Cinema del MiC. La stessa firma che – nel luglio 2025– ha revocato 66 milioni di euro di crediti a società italiane, in una controversa ondata di annullamenti retroattivi mai pienamente giustificati ed anzi nella grande maggioranza dei casi approfittandosi di conflitti fra soci e contro le volonta indirette del Tribunale di Roma .

Un gesto che ha colpito produzioni cinematografiche autentiche, causando fallimenti, licenziamenti e processi legali in corso.

Ma oggi la domanda è un’altra: era quella revoca da 66 M di euro un atto di disturbo, oppure un tentativo di copertura?

La vera domanda: cosa si voleva nascondere?

Davanti a un caso come quello di Coevolutions, il sospetto si fa sistema. Se un soggetto privo di meriti riesce a incassare milioni senza produrre nulla, mentre chi realizza opere reali e con le più famose star del Pianeta e con film distributiti in oltre 100 Paesi nel mondo viene colpito e sabotato, allora il sistema di assegnazione dei fondi pubblici è gravemente malato.

Sara che i colpiti in realtà non hanno mai fatto parte del famoso “CIRCOLETTO” ?

E se tutto questo è accaduto sotto la firma di Borrelli, è lecito domandarsi:

non è questa la prova più evidente che la “revoca da 66 milioni” fosse solo un diversivo, utile a coprire qualcosa di più grave, più nascosto e più pericoloso?

Chiediamo trasparenza

Il Ministero della Cultura deve spiegare:
• Chi ha firmato i decreti di concessione dei fondi selettivi a Perotti?
• Dove sono finiti i soldi?
• Perché nessun organo di vigilanza ha fermato questa catena?
• E soprattutto: chi è stato escluso per far spazio a queste “opere fantasma”?

L’Italia del cinema merita verità, non silenzi.
Merita cultura, non clientelismi.
Merita giustizia, non omertà.