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Centro accoglienza Torino, tensione dopo morte migrante

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Tensione in un centro accoglienza di Torino, in seguito al ritrovamento del corpo senza vita di un profugo nigeriano di 28 anni.

Si è scatenato il caos, poche ore fa, in un centro accoglienza di Torino. Un uomo di 28 anni, proveniente dalla Nigeria, è stato infatti trovato morto nella struttura per richiedenti di asilo Isola di Ariel. Diverse persone ospitate nel centro accoglienza, per motivi sconosciuti, hanno cercato di impedire il trasporto della salma. Sono dovuti intervenire con decisione dei carabinieri, che non senza difficoltà hanno reso tranquilla la situazione. È stata disposta l’autopsia. La vittima era stata operata due volte per disfunzioni respiratorie. Probabilmente il decesso è collegato con queste problematiche. Da chiarire le motivazioni che hanno creato tensione tra gli altri ospiti.

Centro accoglienza immigrati

Un nigeriano di 28 anni è morto per cause naturali durante la giornata di ieri, mercoledì 15 novembre 2017. Il lutto è avvenuto presso il centro di accoglienza per richiedenti asilo L’Isola di Ariel situato in via Aquila 21, dove il deceduto viveva. Dopo il ritrovamento del cadavere, verso le ore 11,30 di sera, circa dieci profughi, ospiti della struttura torinese, hanno cercato di impedire il trasporto del cadavere verso il furgone dell’agenzia di pompe funebri. Per questo motivo, sono dovute intervenire alcune pattuglie dei carabinieri. Queste sono riuscite, in un’operazione molto più difficile del previsto, a placare le proteste dei profughi, le cui motivazioni sono ancora da chiarire.

Nel frattempo, il medico legale ha ufficializzato che non sono presenti sul corpo segni di violenza. Gli addetti che lavorano nella struttura Isola di Ariel hanno affermato che il ragazzo 28enne, inoltre, era stato ricoverato in ospedale due volte, nei mesi precedenti, per disfunzioni respiratorie. Il magistrato di turno, in ogni caso, ha disposto l’autopsia.

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Isola di Ariel

L’Isola di Ariel si tratta di una Cooperativa sociale, il cui scopo è la progettazione, realizzazione e la gestione di servizi alla persona. E’ composta da operatori che hanno sempre operato in modo connesso con Enti Pubblici territoriali nella gestione di problematiche assistenziali e relazionali.

I soci del centro accoglienza agiscono con la ferma convinzione che al centro dell’attività sociale ci sia la persona con i suoi diritti, i suoi bisogni, i suoi sentimenti e la sua autonomia. Caratteristica della Cooperativa è la multifunzionalità, e, attraverso la sua consolidata esperienza sul territorio per servizi di cura alla persona, è in grado di offrire diversi servizi servizi.

Suicida a Milano

A Milano, ad agosto, un migrante ospitato in un centro si era suicidato. L’uomo era un 34enne afghano, e soffriva di depressione. Aveva tentato di raggiungere l’Austria, ma era stato respinto. Alla notizia della morte del profugo, don Virginio Colmegna, presidente della fondazione Casa della carità, ha commentato così il fatto: “Purtroppo abbiamo sempre più segnalazioni di persone che arrivano da noi con situazioni di disagio psichico e che cerchiamo di seguire con i nostri psicologi, ma è un’emergenza e un problema che temo aumenterà”.