> > ChatGpt, servizio riattivato in Italia: OpenAI esegue le prescrizioni del Gar...

ChatGpt, servizio riattivato in Italia: OpenAI esegue le prescrizioni del Garante della privacy

chatgpt servizio riattivato in italia

Riattivato il servizio ChatGpt in Italia: ad annunciarlo, è stata la società californiana OpenAI. La reazione del Garante della privacy.

OpenAI ha riattivato il servizio di intelligenza artificiale ChatGpt in Italia dopo aver dato seguito alle prescrizioni indicate dal Garante della privacy. Quali sono le modifiche introdotte dalla società con sede in California e cosa cambia per gli utenti italiani?

ChatGpt, servizio riattivato in Italia: OpenAI ha eseguito le prescrizioni del Garante della privacy

Riattivato il servizio di ChatGpt in Italia. La notizia che riguarda l’intelligenza artificiale che parla quasi come un essere umano è stata comunicata da OpenAI ossia la società made in California fautrice della rivoluzione tecnologica. L’annuncio è arrivato due giorni prima del termine ultimo – 30 aprile – imposto dal Garante per la privacy italiano per adottare una serie di misure volte ad adeguare il servizio alle norme europee sulla protezione dei dati personali (Gdpr).

Il Garante, lo scorso 12 aprile, aveva inviato ad OpenAI un elenco di prescrizioni su trasparenza e trattamento delle informazioni sensibili. La società ha già reso operative le prime modifiche, come dimostrano le politiche sulla privacy aggiornate in bella mostra sul sito e sulla pagina di login di ChatGpt. È stato introdotto, ad esempio, un filtro per la verifica dell’età specifico per l’Italia, un formulario con cui i cittadini europei – utenti e non – possono chiedere di escludere i loro dati personali dall’addestramento degli algoritmi o la cancellazione delle informazioni errate.

“ChatGpt è di nuovo disponibile per i nostri utenti in Italia, siamo eccitati di ridare loro il benvenuto e restiamo impegnati a proteggere la loro privacy”, ha annunciato la società. I primi utenti che sono tornati a sfruttare il servizio sono stati accolti dal bot che ha esclamato: “Sono felice di essere tornato!”.

Lo stop del Garante della privacy

Il Garante aveva imposto lo stop al servizio lo scorso 31 marzo, sollecitando OpenAI a non sfruttare i dati degli italiani e svelando numerose violazioni della normativa sulle informazioni sensibili. A seguito del provvedimento, la società californiana ha deciso sospendere ChatGpt, dando inizio a una trattativa tra le parti che ha spinto il Garante a formulare diverse prescrizioni per il servizio come “esporre una chiara informativa per il trattamento dei dati personali, prevedere un sistema di filtro per gli Under13, permettere sia agli utenti che ai non utenti di escludere i propri dati personali dall’addestramento dell’algoritmo e dare la possibilità alle persone di correggere eventuali risposte errate sul proprio conto fornite dal chatbot, l’algoritmo di conversazione”.

OpenAI si è subito mostrata aperta alla possibilità di introdurre modifiche. Nei giorni scorsi, infatti, ha rilasciato un aggiornamento che consente agli utenti di disattivare la cronologia delle chat per escludere i dati delle conversazioni dall’addestramento dell’algoritmo. Si è trattato di un primo passo al quale sono seguite altre iniziative elencate dalla stessa società.

“L’autorità esprime soddisfazione per le misure intraprese […] passi avanti per coniugare progresso tecnologico con il rispetto dei diritti e auspica che la società prosegua lungo questo percorso”, ha scritto il Garante in una nota a seguito delle prime modifiche effettuate da OpenAI.