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Da presidente della Camera a mille euro al mese: cosa fa oggi Irene Pivetti?

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Oltre i processi e le sfide economiche, Irene Pivetti racconta come ha imparato a ricominciare e a vivere il presente. Ecco cosa fa oggi.

Irene Pivetti, che negli anni ’90 ha fatto la storia diventando la più giovane presidente della Camera, oggi vive lontana dai riflettori del Parlamento. A 62 anni si confronta con sfide quotidiane ben diverse dai trionfi politici, dopo un periodo segnato da difficoltà economiche e vicende giudiziarie complesse. La sua vicenda, fatta di brusche cadute e straordinaria resilienza, testimonia non solo la fragilità del potere e della notorietà, ma anche la capacità di reinventarsi e rialzarsi di fronte alle avversità.

Così ha raccontato la sua vita attuale in un’intervista a Il Giornale, ma cosa fa oggi?

Irene Pivetta: dalla giovane Presidente alla caduta improvvisa

Irene Pivetti, eletta alla presidenza della Camera a soli 31 anni il 15 aprile 1994, è stata la più giovane a ricoprire questo ruolo nella storia italiana. Dopo quella fulminea ascesa, la sua vita ha preso una piega drammatica. A 62 anni racconta di aver attraversato momenti di grande difficoltà, segnati da accuse di evasione fiscale e autoriciclaggio legate a presunte vendite fittizie di Ferrari in Cina, che le sono costate una condanna a quattro anni di carcere.

“Sono passati cinque anni. So di non avere fatto assolutamente niente di male. Mi hanno distrutto l’immagine, tolto la credibilità che mi ero costruita e annientata economicamente. Sequestrati tutti i conti correnti”.

Secondo la Pivetti, la macchina giudiziaria funziona ciclicamente come una vera e propria “macelleria”, più incline a sacrificare vite umane che a cercare la verità. Ha spiegato che esistono magistrati, avvocati e pubblici ministeri che servono la giustizia con eroismo, ma anche magistrati “cattivi” o che si barcamenano. Tuttavia, il problema principale non sarebbero loro, bensì il sistema stesso, concepito per travolgere e abbattere le vite delle persone. Ha raccontato di come chi si trova coinvolto in questo meccanismo diventi impotente: ogni parola può essere usata contro di sé e nei documenti giudiziari spesso compaiono affermazioni incredibili, offensive, illogiche o false.

Cosa fa oggi Irene Pivetti? Dalla condanna alla povertà

La carriera politica, una volta brillante, si è dissolta e Pivetti ha dovuto reinventarsi completamente, arrivando a lavorare come donna delle pulizie con uno stipendio di mille euro al mese e a rivolgersi alla Caritas per ricevere pacchi di viveri durante il lockdown. L’incontro con la cooperativa di ex detenuti Mac Servizi le ha permesso di trovare stabilità, passando da volontaria a dipendente retribuita, esperienza che ricorda con gratitudine per averle permesso di sopravvivere in un periodo in cui tutti gli altri la evitavano.

Ero diventata come appestata. Nessuna azienda accettava che facessi consulenza. La politica sparita. Mi sono ritrovata completamente sola senza sapere come tirare avanti”.

Nel racconto a “Il Giornale”, Pivetti sottolinea la totale innocenza rispetto alle accuse attuali sulla compravendita di mascherine durante la pandemia, dichiarando di non comprendere come sia stata coinvolta. Denuncia l’azione devastante della macchina giudiziaria, definendola spesso più incline a distruggere vite che a perseguire la verità, con processi che possono durare decenni e privare le persone della loro umanità.

“Vedo due possibilità: una, potrei finire dentro. Ingiustamente. E devo arrivarci preparata. La seconda possibilità è che il processo non finisca mai. Potrebbe durare più della mia vita biologica. E allora ho deciso di non aspettare per tornare alla vita. Devo vivere oggi“.

Pivetti si mostra resiliente, decisa a vivere pienamente il presente nonostante il rischio di ulteriori processi o persino di finire in carcere, e continua a coltivare un profondo senso dello Stato, desiderando che i giovani recuperino fiducia nelle istituzioni. La sua fede cattolica e la capacità di affrontare le difficoltà con dolcezza e serenità la rendono straordinariamente coerente, anche nelle fasi più complesse della vita.