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Covid, nati 420 bambini prematuri da mamme positive: record italiano al policlinico di Napoli

Policlinico napoli

In Italia, il Policlinico Federico II di Napoli ha registrato un nuovo record con i 420 bambini nati prematuri da mamme positive al Covid.

Il Policlinico Federico II di Napoli ha registrato un nuovo record in Italia facendo nascere 420 bambini prematuri da mamme positive al coronavirus, ai quali non è stata trasmessa l’infezione. La singolare vicenda è stata commentata dal professore Francesco Raimondo.

Covid, nati 420 bambini prematuri da mamme positive: record italiano al policlinico di Napoli

Sin dall’inizio della pandemia Covid in Italia, il Policlinico Federico II di Napoli ha segnalato la nascita di 420 bambini prematuri da madri positive al SARS-CoV-2 o da madri che hanno poi sviluppato l’infezione. Il policlinico partenopeo rappresenta il centro di riferimento per tutte le donne incinte contagiate dal virus e, in questo contesto, è stato individuato come la struttura caratterizzata dal maggior numero di nascite nell’intera penisola.

Al momento, inoltre, presso la terapia intensiva neonatale del Policlinico Federico II di Napoli sono ricoverati due bambini venuti al mondo a 26 settimane, tre bambini a 29 settimane e due bambini a 33 settimane.

Il fenomeno è stato commentato dal professore ordinario di pediatria e responsabile di neonatologia, terapia intensiva e servizio trasporto di emergenza neonatale presso l’Università degli Studi di Napoli Federico II, Francesco Raimondi. Il professionista, infatti, ha deciso di rivolgere un allarmante appello in seguito all’osservazione di nascite premature che hanno coinvolto madri contagiate e non vaccinate contro il SARS-CoV-2.

Covid, nati 420 bambini prematuri da mamme positive: intervista al professor Raimondi

Nel corso di un’intervista rilasciata al Corriere del Mezzogiorno, il professor Francesco Raimondi ha esaminato le condizioni dei bambini ricoverati in terapia intensiva, spiegando: “Certamente restano severe, in alcuni casi disperate: si combatte giorno per giorno. L’aspetto positivo è che finora non abbiamo riscontrato alcuna trasmissione verticale della malattia, cioè il Covid non è passato dalla mamma al neonato, a differenza di quanto accade con l’HIV, di cui pure facciamo esperienza qui al policlinico come centro di riferimento regionale per le infezioni perinatali. Invece l’aspetto negativo, che conferma anche il dato internazionale, è l’aumento vorticoso della prematurità”.

Per quanto riguarda la caratteristica delle madri positive che hanno partorito prematuramente, invece, il medico ha osservato: “Ogni mamma positiva ha partorito molto prima. Giusto per fare un parallelo tra due malattie molto gravi come l’HIV e il Covid, bisogna dire che in entrambi i casi se la gestante viene trattata in tempo con i farmaci, cambia anche il destino del nascituro. Pensi che con l’HIV siamo passati dal 20% di casi di trasmissione del virus dalle donne senza trattamento farmacologico a meno dell’1% di casi di oggi, con la copertura di cui si dispone. Ed è la stessa cosa per il Covid: una mamma vaccinata non espone a tanti rischi di prematurità il proprio bambino”.

Covid, nati 420 bambini prematuri da mamme positive e non vaccinate

Soffermandosi sul dato che rivela come le mamme positive al Covid siano tutte non vaccinate, il professor Raimondi ha proseguito asserendo: “Non è del tutto colpa dei genitori, per molti mesi si è raccomandato tiepidamente la vaccinazione alle donne incinte. Consideri inoltre che l’età media delle partorienti in Campania è di 32 anni, e ciò significa che quasi metà di esse ha un’età maggiore, quindi non ha incrociato l’opportunità della immunizzazione. Tuttavia, se ci si ammala, il rischio è di sviluppare la malattia in modo grave ed il ginecologo è costretto ad intervenire a poche settimane. Così ci ritroviamo dinanzi ad una prematurità ‘iatrogena’, ma indotta dall’emergenza. Perciò la copertura vaccinale metterebbe davvero al riparo mamme e figli”.

Covid, nati 420 bambini prematuri da mamme positive: la salute dei neonati

Infine, il medico si è espresso circa le difficoltà che i bambini prematuri possono incontrare durante le prime fasi dello sviluppo e sulle condizioni di salute dei 420 neonati nati prematuramente dall’inizio della pandemia a Napoli.

A proposito delle problematiche tipiche dei bambini nati prematuri, quindi, il professor Raimondi ha spiegato: “Chi sopravvive, tra i grandi pretermine, può andare incontro a problemi molto seri: come ad emorragia cerebrale, molto frequente, purtroppo, in questi casi; ad una permanente ed insufficiente funzionalità polmonare, la displasia broncopolmonare; o all’enterocolite necrotizzante, l’intestino, cioè, è come se venisse bruciato perché impreparato ad assimilare alimenti. Insomma, non vaccinare una donna comporta non solo rischi, ma sofferenze individuali e familiariche, purtroppo, durano anche a lungo”.

Per quanto riguarda lo stato di salute di 420 bimbi nati durante la pandemia, l’esperto ha rivelato: “Per ora li abbiamo tirati tutti fuori, i 420, tranne, purtroppo, un prematuro di 25 settimane. Poi abbiamo attivato un programma che segue, per i primi due anni di vita, tutti i bambini nati sotto i 1500 grammi o nelle 33 settimane. Se un bambino svilupperà o meno un deficit motorio o altri problemi, cerchiamo di intercettarne i segnali con tempismo. Ma mi creda: è doloroso ammettere che metà del mio reparto sia occupato da pretermine nati da mamme con Covid non vaccinate. Tutto questo non lo avremmo se si fosse puntato sulla protezione vaccinale di tante donne”.

Soffermandosi sulla reazione delle madri che affrontano un parto prematuro, il professionista ha ammesso: “Hanno reazioni di sconcerto, per aver partorito prematuramente. Si pentono per non essersi vaccinate. Si lamentano che nessuno ha insistito con loro. Insomma, non è facile. Perciò vengono assistite da una psicologa, la dottoressa Mansi, nel percorso biennale di accompagnamento che abbiamo previsto. Abbiamo fondato anche una onlus con la quale tentiamo di sostenere questi casi anche al di là del periodo di due anni. Sono stati coinvolti gli ex campioni di calcio Cannavaro e Ferrara, i quali ci hanno regalato due ambulanze, mentre un’altra l’ha donata il cardinale Sepe. Insomma, cerchiamo di non abbandonare nessuno, ma ci vuole tanta buona volontà”