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Crollo A14: la rabbia del figlio delle vittime

ponte Morandi

La rabbia di Daniele, figlio della coppia morta il 9 marzo 2017 per il crollo del cavalcavia nell'A14. "la morte dei miei genitori è stata inutile"

Sono in molti i familiari delle vittime del crollo del ponte Morandi a Genova, sull’autostrada A 10, a star rendendo pubblica la loro indignazione e il loro risentimento nei confronti dello stato che avrebbe potuto, con una maggior attenzione, evitare un disastro di tali proporzioni. Tra loro a parlare vi è anche Daniele Diomede, figlio di una coppia rimasta uccisa un anno fa nel crollo del cavalcavia dell’A14, tra i caselli autostradali di Ancona Sud e Porto Recanati,che ora commenta: “La morte dei miei genitori è stata inutile.”

Crollo A14: le parole di Daniele

Il 9 Marzo 2017, poco più di un anno fa, un’altro caso di mala sicurezza stradale sul suolo italiano, è costata la vita ad una coppia di coniugi. In tale data si è assistito al crollo del cavalcavia 167 sulla A14, tra i caselli autostradali di Ancona Sud e Porto Recanati. Si trattava di Emidio Diomede, 60 anni e Antonella Viviani, 54 anni, che vivevano con i figli a Tagliare del Tronto, nel Piceno. Oggi in seguito al disastroso crollo del ponte Morandi a parlare è uno dei figli della coppia, Daniele: “Pensavo che la vita dei miei genitori potesse servire per salvare altre vite…potesse servire per pretendere manutenzioni straordinarie di tutte le strade a rischio…manutenzioni da svolgere con la massima sicurezza per gli operai e per i cittadini, ma dopo Genova vedo che non è così. Vedo che purtroppo viviamo in un Paese dove ogni volta deve accadere la tragedia per far riaccendere l’attenzione, vedo che dopo pochi mesi tutto viene cancellato e rimosso e sarà così anche questa volta..non c’è cura a tutto questo” continua Daniele “Dobbiamo semplicemente fare i conti con la superficialità e con gli interessi che ci circondano e tutto questo non cambierà mai!”.

Ma Daniele vuole evitare le polemiche ed i messaggi d’impatto, dice che preferisce concentrarsi sui familiari delle vittime, che ora più che mai hanno bisogno di forza e sostegno. ” Il mio pensiero va solo a loro. Ho un nodo in gola che oggi è più grande di ieri, ma il nodo in gola io ce l’ho oggi e lo avrò per sempre, da quel 9 marzo dello scorso anno”.

Il bilancio delle vittime e le parole del procuratore

In continuo aggiornamento il caso ponte Morandi, a cui lavorano instancabilmente vigili del fuoco e forze dell’ordine. Il bilancio vittime è al momento di 38 persone accertate (tra cui tre bambini), 16 feriti (di cui 12 in codice rosso) e circa 5 dispersi. Il procuratore capo di Genova, Francesco Cozzi ha annunciato l’apertura di un’inchiesta con i reati di omicidio plurimo e disastro colposo. Per ora però non vi sono indagati. “Non è stata una fatalità il crollo del ponte di Genova” queste le parole del procuratore. Un disastro che, come molti continuano a dire, era preannunciato. Tra le cause del crollo ora la più probabile è un cedimento strutturale, provocato da una manutenzione pressoché inesistente. Intanto, il Governo ha annunciato l’intenzione di revocare la concessione ad Autostrade per l’Italia, anche se per ora si tratta soltanto di un ipotesi.

Non è la prima volta che un caso del genere di verifica in Italia, anche se mai in così larga scala e con così tante vittime. La speranza è che ciò metta finalmente in luce i buchi in materia di sicurezza stradale.