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Crollo Marmolada, tutti i ghiacciai italiani a rischio  

Il ghiacciaio del Monviso, da cui nasce il Po

Una campagna del 2020 mise già in allerta le autorità monitorando 12 formazioni con problemi: la Marmolada e tutti i ghiacciai italiani a rischio  

Il terribile crollo sulla Marmolada e la strage che ne è seguita hanno messo molti operatori del settore sulla via di tracciare tutti i ghiacciai italiani a rischio. In realtà esisteva già da tempo una sorta di mappa delle “cattedrali bianche” che rappresentano un pericolo ed un sintomo del riscaldamento globale, quella mappa risale al 2020. Fu allora che il Comitato glaciologico italiano, l’ente che osserva l’andamento dei ghiacciai e che prese in considerazione l’assenza di “movimento”, decise di tracciare quella mappa. Lo fece assieme a Legambiente con l’iniziativa “Carovana dei ghiacciai”.

Tutti i ghiacciai italiani a rischio

Si trattò di una campagna per “osservare da vicino lo stato di salute delle riserve di ghiaccio”. E di oltre oltre 900 corpi glaciali italiani emerse che 12 di essi erano molto indicativi dello stato di rischio che con la Marmolada si è fatto tragedia. Ma con quali sintomi? Arretramento delle fronti e “desertificazione” rocciosa lì dove prima c’era ghiaccio compatto. Questo sono condizioni che con le piogge o con un meteo severo innescano frane, crolli e distacchi. Il Miage per esempio in 30 anni è sprofondato di 30 metri.

Deserti di sassi dove prima c’era ghiaccio

Poi ci sono i cinque ghiacciai del Monte Rosa: Indren, Bors, Locce, Piode e Sesia-Vigne. E gli stessi ex giganti di Forni e Sforzellina “si riducono a vista d’occhio”. Poi c’è il caso Fradusta: “A inizio secolo aveva una superficie di 150 ettari, oggi sono appena tre. Il peggiore tra quelli osservati”. 34 metri è la cifra di riduzione dello spessore del Montasio, che in 30 anni si è assottigliato drasticamente. Lo stesso ghiacciaio del Gran Paradiso è in evidente riduzione di massa e presenta linee di faglia con scorrimento di acque al di sotto della calotta.