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È morto a 77 anni Gilberto Benetton, fondatore del gruppo

Gilberto Benetton

E' morto in ospedale Gilberto Benetton. L'imprenditore aveva 77 anni. La sua salute era peggiorata dopo il crollo del ponte Morandi

Alla metà degli anni Sessanta aveva dato vita all’industria dell’abbigliamento della sua famiglia, seguendone lo sviluppo con particolare attenzione per gli aspetti legati alla produzione. Nel mese di luglio era morto il fratello Carlo, il più piccolo dei Benetton. Nella giornata di lunedì 22 ottobre 2018 è scomparso anche Gilberto Benetton, uno dei fratelli che hanno legato il loro nome all’azienda dei maglioncini colorati. L’imprenditore trevigiano aveva 77 anni. Si è spento dopo aver lottato a lungo con la malattia. Qualche mese fa aveva chiuso con successo l’operazione di Atlantia su Abertis, che lo aveva tenuto impegnato per tutto il 2017. Poi la tragica morte del fratello minore, stroncato in pochi mesi da un tumore. Gilberto, che aveva due anni di più, ne era rimasto molto scosso. E un altro brutto colpo era stato il crollo del ponte Morandi, una catastrofe che lo ha colpito in prima persona, comportando un netto peggioramento fisico e psicologico dell’imprenditore. Gilberto, infatti, era l’unico membro della famiglia veneta a essere rappresentato nel consiglio di Atlantia, proprio per il suo ruolo attivo nella holding di partecipazioni. Lui aveva tessuto i rapporti istituzionali con Florentino Perez per dare il via al più grande gruppo delle infrastrutture d’Europa.

La morte di Gilberto Benetton e i primi insulti

Gilberto è sempre stato il più riservato della famiglia Benetton. Pochissimi amici, ma tante buone conoscenze nel mondo della finanza. Mentre i suoi fratelli giravano il mondo e facevano famiglie allargate, lui era rimasto sobrio anche in quello, più schivo e lontano dalle voci mediatiche. Lascia due figlie (Sabrina e Barbara) e la moglie Lalla, che è stata la compagna di una vita. La famiglia è sempre stata al primo posto per lui. Chi lo conosceva, lo descrive come una persona semplice, che nonostante le sue possibilità, viveva al di sotto dei suoi mezzi. Non parlava le lingue ma se la cavava comunque con un sorriso e con un grande senso pratico. Nel 2011 ha ricevuto la legione d’onore dal presidente Nicolas Sarkozy.

A poche ore dalla scomparsa, gli amici raccontano che si divideva tra Roma e Milano per questioni d’affari. Ma ai suoi collaborati si lasciava andare a commenti ironici: “Non siamo mai stati bravi a tenere i rapporti con Roma. Del resto siamo veneti”. Sempre con lui il fidato e stimatissimo Gianni Mion. Ma anche con Mion, nonostante i più di trent’anni di stretta collaborazione, si davano del lei e il manager lo chiamava “Sior Gilberto”. Con la sua consueta riservatezza, Gilberto ha frequentato poco i salotti romani ma non solo quelli. Si dice che avesse una grande ammirazione per Marco Tronchetti Provera, con cui ha diviso la disavventura in Telecom, ma anche quella in Pirelli e in Mediobanca.

E intanto sui social dilagano le prime critiche e gli insulti. All’indomani del crollo del ponte Morandi, che ha tragicamente diviso Genova nel suo cuore e che ha visto chiamata in causa la famiglia Benetton, in tanti non piangono la sua morte e commentano: “E’ stato il karma”.

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