> > Traffico illegale di cani: 7 persone indagate

Traffico illegale di cani: 7 persone indagate

traffico di cani

La Polizia ha sgominato la banda che vendeva illegalmente cuccioli in Italia. 7 accusati per associazione a delinquere, maltrattamenti e truffa.

La polizia stradale di Udine ha scoperto un traffico illegale di cuccioli di cane provenienti dall’est Europa e venduti in Lombardia ed Emilia-Romagna. Tra le persone coinvolte c’è un veterinario milanese che si occupava della documentazione e di impiantare microchip ai cuccioli.

Traffico di cani, 7 persone indagate

Compravano cuccioli di cani dall’est Europa per pochi spiccioli e poi li rivendevano in Italia a caro prezzo, gestendo così un business di oltre 150mila euro. A scoprire il traffico illegale è stata la Polizia stradale di Amaro, in provincia di Udine. I cani viaggiavano attraverso l’Ungheria, la Slovacchia e la Polonia per giungere poi in Italia dove in Lombardia e in Emilia Romagna i trafficanti avevano messo in piedi il grande business. I cuccioli arrivavano a decine, nascosti nel portabagagli delle auto o dentro furgoni, in uno spazio piccolo, senza la possibilità di muoversi e col rischio di soffocare. Le richieste erano sempre alte e quindi anche il trasporto dei cuccioli si era fatto sempre più frequente. La Polizia ha messo sotto indagine sette persone per associazione a delinquere, maltrattamenti e truffa. Tra gli indagati c’è anche un veterinario milanese, precisamente di Cassano D’Adda, il quale – secondo “Milanotoday” – produceva illecitamente la documentazione necessaria e i microchip, falsificando le informazioni di ogni animale: da quelle sulla nascita in Italia a quelle sulle cure e sulle vaccinazioni.

Le indagini della Polizia

La scoperta del traffico è stata quasi un caso. “Tutto è nato da un controllo eseguito da una nostra pattuglia che, nel dicembre del 2017, ha intercettato un’automezzo che trasportava 65 cuccioli”, ha raccontato la dirigente della Polstrada di Udine, Rita Palladino. La poliziotta ha specificato anche che i cani, ancora molto piccoli, erano sprovvisti della necessaria vaccinazione antirabbica e viaggiavano in condizioni di sovrannumero, dentro scatole di cartone o ceste usate normalmente per i polli, all’interno del bagagliaio con insufficiente ventilazione e senza sistemi di abbeveraggio. I cuccioli probabilmente sono stati tolti alla madre prima del periodo di svezzamento imposto dalla legge. Quest’ultima impone inoltre che, per essere portati all’estero, i cuccioli devono essere già vaccinati e dotati di microchip, cosa che a loro mancava. Dopo quel primo controllo è partita l’indagine denominata “Stene” ed è stato possibile ricostruire le dimensioni del mercato clandestino. Comprati a poco (fra 50 e 100 euro), i cagnolini venivano venduti soprattutto tra Milano, Bergamo, Como e Reggio Emilia per 850 euro o di più. L’organizzazione prevedeva 2 trasporti a settimana e gli investigatori sono riusciti a salvare oltre 150 cani, anche se sono convinti che altri erano già stati piazzati da allevamenti conniventi o tramite annunci on-line. A carico degli indagati sono state emesse otto misure cautelari, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di espatrio.

“Vendiamoli subito perchè muoiano presto”

A causa delle pessime condizioni di viaggio e della microchippatura illegale, i cuccioli spesso morivano dopo pochi mesi. Anzi il vice-questore Rita Palladino specifica che i membri dell’organizzazione “letteralmente dicevano che i cuccioli ammalati avrebbero dovuto essere venduti subito perché morissero nelle mani dei bambini che li avevano voluti, così da fare in modo che l’emozione e il dispiacere producessero altre richieste da poter soddisfare”. A carico degli indagati sono state emesse otto misure cautelari, con l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria e il divieto di espatrio.