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Caos Csm, Lotti: "Ho parlato con Mattarella", ma il Colle smentisce

Intercettazioni Lotti Mattarella

Intercettazioni fanno luce sull'incontro tra Lotti e Palamara in un albergo di Roma. "Si tratta solo di millanterie", replicano fonti del Quirinale.

Era la sera del 9 maggio, la notte in cui Luca Lotti, parlamentare del Pd, neo autosospeso, ed ex ministro del governo Renzi, ha incontrato il magistrato Luca Palamara per discutere di come chiudere il caso Consip. Parole intercettate dalla polizia grazie a un trojan inserito nel suo cellulare, informa il Corriere della Sera, che ha permesso agli inquirenti di fare luce sulla strategia da seguire per manovrare la nomina dei membri del Consiglio superiore della magistratura e, di conseguenza, le inchieste di cui il Csm si occupa. In una stanza d’albergo di Roma, Lotti e Palamara si trovano d’accordo sulla necessità di escludere Francesco Lo Voi dalla corsa per il posto di procuratore di Roma. Lo Voi, troppo vicino a Giuseppe Pignatone, costituisce un ostacolo: meglio puntare su Marcello Viola.

La presunta visita al Colle

È a quel punto che l’ex ministro dem rivela a Palamara i dettagli di una presunta visita al Colle. “Quello che vi devo dire è che io ci sono andato da Mattarella. Gli ho detto: ‘Presidente, la situazione è questa’ e gli ho rappresentato quello che voi mi avete detto, più o meno, cioè Lo Voi… [omissis]”. Passa poi a parlare della questione Pignatone, l’ormai ex procuratore che, assicura Lotti, “al Quirinale non ci andrà”. “Appunto, ma è sicuro questo?”, domanda Palamara. Il parlamentare dem garantisce “al 101%“. “Quindi è una ca****a quella che mettono in giro. Erbani c’era ieri sera…”. Si parla di Stefano Erbani, consigliere giuridico del Capo dello Stato, successore di Ernesto Lupo dopo che quest’ultimo è andato in pensione. “Lui non andava al posto di Erbani, andava al posto di Lupo”, spiega Lotti.

Ma il Quirinale, ribadendo quanto già affermato quando gli inquirenti avevano divulgato le prime indiscrezioni sulle dichiarazioni di Lotti, ha smentito qualsiasi tipo di incontro tra il Capo dello Stato e l’ex ministro. “Si tratta solo di millanterie“, assicurano fonti del Colle.

La timidezza di Ermini

Durante il medesimo incontro del 9 maggio, Lotti, Palamara e gli altri hanno lamentato anche un’eccessiva “timidezza” da parte di David Ermini, vicepresidente del Csm, nei confronti di Mattarella. “Mi scoccia la sudditanza psicologica. A me è stato detto: ‘Mandami David direttamente lì, perché lui non ci va lì, lui si ferma alla porta prima. Si ferma alla porta dei bagni. Così non potrebbe funzionare”, afferma Lotti. Gli fa eco Ferri: “Perché lo riceverebbe chiaramente”. La “sudditanza” è ancora più evidente se confrontata con l’atteggiamento del predecessore di Ermini, Giovanni Legnini: “Lui stava sempre da Mattarella”, osserva Palamara. Ferri nota che poi “lui e Mattarella hanno rotto”. “Gli ha convocato le elezioni senza dirgli nulla”, spiega Lotti. “Quell’altro l’ha appreso dall’agenzia che l’elezione è il 12 luglio. Giovanni che ne sapeva, ti ricordi?”.